Il Ftse Mib rimbalza dopo le vendite della seduta precedente e chiude in rialzo dell’1,2% a 22.713 punti, approfittando della buona intonazione delle altre Borse europee e di Wall Street, con il supporto del dollaro in rafforzamento.
Ben intonati anche il Dax di Francoforte (+0,9%) e il Cac 40 di Parigi (+0,6%), mentre Ftse 100 di Londra (+0,1%) e Ibex 35 di Madrid (invariato) archiviano le contrattazioni poco mossi. Oltreoceano spicca il Dow Jones (+0,8%), in rimonta dopo le perdite di ieri.
Sul fronte macro, in attesa dei dati di domani sull’inflazione dell’Eurozona, sono stati diffusi alcuni indicatori americani di importanza secondaria, che hanno complessivamente confermato il buono stato di salute dell’economia a stelle e strisce, in vista della riunione della Fed della settimana prossima da cui ci si aspetta il primo incremento di tassi di interesse nel 2018. Resta da capire se la Fed intenda accelerare il ritmo degli interventi sul costo del denaro, portando da tre a quattro il numero di ritocchi per l’anno in corso, anche se gli ultimi dati su inflazione e vendite al dettaglio fanno propendere per la soluzione più conservativa.
Sullo sfondo permangono tuttavia i timori legati ad una possibile guerra commerciale, con Trump intenzionato ad imporre nuovi dazi alla Cina dopo quelli su alluminio e acciaio. Sulla stessa linea anche il nuovo consigliere economico del presidente, Larry Kudlow, secondo cui “la Cina non gioca da tempo secondo le regole e si è guadagnata una risposta dura sul fronte delle politiche commerciali”.
Kudlow ha anche affermato che venderebbe oro e comprerebbe dollari, spingendo il biglietto verde a 1,232 nei confronti dell’euro e oltre 106 yen, mentre il metallo giallo scivola a 1.316 dollari l’oncia. In frazionale rialzo le quotazioni del petrolio con Wti e Brent rispettivamente a 61,2 e 65 dollari al barile, anche se crescono i timori che l’offerta possa superare già quest’anno la domanda.
Acquisti sull’obbligazionario, dove il rendimento del decennale italiano cala all’1,98%, separato da un differenziale con il Bund tedesco di 140 punti base.
Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano CNH (+3%), TELECOM ITALIA (+2,8%), con Elliot che ha reso noto di volere sostituire 6 amministratori tra cui de Puyfontaine, GENERALI (+2,5%) e LEONARDO (+2,4%) dopo i risultati. Sottotono invece ATLANTIA (-2,3%), che ha approvato l’accordo con Acs per acquisire Abertis e ha definito i termini per l’acquisto di Cellnex.