Prosegue il roadshow di Carige per la presentazione agli investitori istituzionali dell’emissione dei titoli subordinati Tier2, nell’ambito del programma di riequilibrio del funding dalla banca per il rispetto della normativa Mrel.
Per Carige si tratta di un interessante banco di prova, dopo l’operazione Lme che ha coinvolto a fine 2017 le emissioni di titoli subordinati presenti sul mercato, nell’ambito del piano di rafforzamento del capitale realizzato lo scorso dicembre.
Ieri, nella tappa milanese, il management ha riscontrato una certa attenzione positiva per l’emissione. Oggi e domani l’Ad Paolo Fiorentino e il suo team stanno svolgendo alcuni incontri a Londra.
L’ammontare dell’operazione potrebbe essere compreso tra i 300/500 milioni, ma senza alcun vincolo. La decisione dipenderà dalla convenienza per l’istituto a fronte delle richieste che perverranno. La cifra complessiva di 500 milioni riguarda infatti il target complessivo per il 2018, che potrebbe essere realizzato anche in più tranche. Il programma prevede anche l’emissione di titoli senior e verrà esaminata anche l’opportunità di ricorrere a un’emissione senior non preferred. Il tutto con una forte attenzione al costo del funding, che rimane una variabile chiave per l’istituto ligure.
La nuova emissione di subordinati, che avrà scadenza decennale, si avvale di un rating ‘CCC’ da parte dell’agenzia Fitch.
Dal punto di vista degli investitori istituzionali che hanno sottoscritto le azioni Carige, l’acquisto di titoli Tier2 potrebbe rappresentare una strategia di hedging sotto il profilo dei flussi di cassa, in quanto i Tier2 sono obbligati al pagamento della cedola altrimenti si configura un evento di default, a differenza delle azioni per le quali il dividendo può non essere presente.