Carige – Prosegue la pressione sui titoli

Ancora vendite sui titoli Carige a Piazza Affari. Questa mattina le azioni dell’istituto di credito genovese segnano un ribasso del 2,3% a 0,0087 euro. Piuttosto elevati anche i volumi degli scambi. Attorno alle ore 10:00 sono già passati di mano 446 milioni di pezzi, contro una media degli ultimi tre mesi pari a 702 milioni.

L’andamento di oggi segue il calo del 6,3% registrato lunedì 19 marzo, dopo una seduta partita al rialzo con i titoli arrivati a toccare la cifra di 0,01 euro, corrispondente al prezzo di collocamento dei titoli nel corso dell’aumento di capitale chiuso lo scorso mese di dicembre. Una soglia significativa e mai toccata dall’inizio dell’anno, sfiorata la quale le azioni hanno ingranato la retromarcia.

A richiamare l’attenzione degli investitori sono tuttavia i volumi degli scambi che nella seduta di ieri hanno toccato i tre miliardi di titoli, corrispondenti al 5% del capitale. Un quantitativo così elevato che in Borsa ha suscitato diverse ipotesi.

Alcuni rumor di mercato suppongono che a vendere possa essere lo stesso Raffaele Mincione, uno dei pochi azionisti a possedere più del 5% del capitale. Mincione è entrato nel capitale di Carige con una quota del 5,428% attraverso la finanziaria The Capital Investment Trust, comunicando il superamento della soglia del 5% il 16 febbraio. Teoricamente, non avendo acquistato i titoli nel corso dell’aumento di capitale, potrebbe avere deciso di portare a casa una possibile plusvalenza, dopo avere riscontrato l’indisponibilità dei vertici della banca a farlo entrare nel board. Dal 16 febbraio al 19 marzo le azioni Carige hanno recuperato il 21 per cento.

Nella tabella seguente riportiamo l’andamento del titolo dal mese di gennaio.

Ma da Mincione non è arrivata nessuna indicazione di volersi ritirare dalla battaglia. Tra gli altri soci in possesso di una quota rilevante vi è la Sga, che ha sottoscritto il 5,397% del capitale durante l’aumento di capitale nell’ambito dell’accordo che prevede il diritto di first look sul portafoglio da 200 milioni di sofferenze che Carige si appresta a cedere.

Non è detto che la Sga intenda uscire a breve da Carige, visto che ai prezzi attuali dovrebbe registrare una perdita sulle azioni. Questa strategia è tuttavia stata già seguita sia dal fondo Chenavari sia dal Credito Fondiario che aveva sottoscritto una quota del 5,4%, parallelo all’accordo di acquisto di 1,2 miliardi di sofferenze per 265,7 milioni e della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati per 31 milioni, ma poi scendendo sotto la soglia rilevante del capitale di Carige.

In ogni caso, non si può dare per scontato che a vendere sia un’unica mano. Nei prossimi giorni si vedrà se sono cambiate le soglie di partecipazione dei principali soci.