Stefanel – Razionalizzazione del business e ristrutturazione finanziaria nel 2017

Il Cda della società veneta ha approvato il progetto di bilancio dell’esercizio 2017, chiuso con ricavi consolidati per 125,3 milioni, in calo del 6,5% rispetto al 2016.

Nel dettaglio, i negozi monomarca a gestione diretta hanno realizzato vendite in diminuzione del 3,6% like-for-like (-1,3% a cambi costanti), scontando l’andamento negativo dei saldi della collezione autunno-inverno 2016 e nonostante la crescita del fatturato delle collezioni primavera-estate e autunno-inverno 2017 (+3,7%).

Si segnala che nel 2017 sono stati chiusi 54 punti vendita diretti monomarca non performanti e 46 store a gestione indiretta, come previsto dal piano industriale 2016-22. Sono inoltre state effettuate 30 nuove aperture di punti vendita gestiti direttamente e/o in franchising.

I ricavi per area geografica vedono rafforzarsi l’incidenza dei mercati esteri, che si attesta al 63,9% nel 2017 (60,9% nel 2016).

Positivo invece l’andamento registrato della business unit Interfashion, con ricavi pari a 33,6 milioni (+3,5% sul 2016), grazie alle buone performance del canale on line, oltre alle aperture dei nuovi negozi monobrand, gestiti indirettamente in regime di affiliazione commerciale.

L’Ebitda adjusted evidenzia un deficit di 8,9 milioni, in miglioramento rispetto al 2016, grazie all’effetto positivo della sopracitata razionalizzazione degli store poco performanti.

L’esercizio si chiude con un utile di 13,6 milioni (contro una perdita netta di 25,3 milioni registrata nel 2016), beneficiando dei proventi finanziari netti non ricorrenti derivanti dall’accordo di ristrutturazione per 52,7 milioni, al cui interno si saldano 15,6 milioni riferiti allo stralcio dei debiti a seguito di accordi con fornitori e la società di factoring nell’ambito
dell’Accordo di Ristrutturazione, e circa 39 milioni in relazione alla valutazione al fair value di debiti verso banche, società di factoring e fornitori.

Al 31 dicembre 2017 l’indebitamento finanziario netto scende a 40,3 milioni dagli 84,7 milioni di fine anno 2016, per gli effetti derivanti dall’accordo di ristrutturazione.