ll Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dello 0,6% e in linea all’analogo europeo (+0,4%), trainando anche il Ftse Mib (+0,7%).
Il comparto bancario torna subito a salire, dunque, dopo lo stop di ieri, beneficiando della versione definitiva più morbida dell’Addendum pubblicato dalla Vigilanza Bce, i cui primi effetti nell’ambito dello Srep saranno presi in considerazione a partire dal 2021. Il settore beneficia anche dalle ottime indicazioni dai dati pubblicati dall’Abi, che hanno evidenziato un calo di oltre il 30% delle sofferenze nette dal picco raggiunto a fine 2015.
Positive tutte le banche del listino principale, tra cui Intesa Sanpaolo (+0,6%) che beneficia della conferma del ‘buy’ da parte di Kepler Cheuvreux con target price a 3,60 euro, e Bper (+0,3%), su cui lo stesso broker ha mantenuto la raccomandazione di acquisto con prezzo obiettivo a 5,90 euro e che nel frattempo è alle prese con i lavori di preparazione in vista dell’assemblea del 14 aprile che rinnoverà il board per il triennio 2018/20.
Bene Mediobanca (+1,1%), grazie anche alla conferma del giudizio ‘overweight’ da parte di Morgan Stanley con target price a 11,80 euro. A proposito della banca di piazzetta Cuccia, Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum, presente nel patto di sindacato, ha affermato che potrebbe diventare una publica company un volta scaduto lo stesso nel 2019.
Si mette in luce Unicredit (+0,5%), che si è conquistata una forte credibilità sul mercato con la svolta impressa dal Ceo Jean Pierre Mustier.
Continua a scendere Mps (-1,9%), accentuando il trend ribassista partito dopo la pubblicazione dei risultati 2017, che hanno messo in luce una perdita di 3,5 miliardi. Il Ceo Marco Morelli, recentemente, ha ribadito che il recupero sarà lento.
Nel Mid Cap terminano in lieve calo sia Popolare Sondrio (-0,1%), nel giorno dell’udienza della Consulta sulla riforma delle banche popolari i cui rilievi dovrebbero conoscersi in meno di un mese, sia Credem (-0,1%) proseguono le vendite in attesa di novità sul fronte delle potenziali aggregazioni.
Recupera nel finale Creval (+0,8%) dopo che per gran parte della giornate si erano verificate delle prese di profitto, nell’ultima seduta in cui era possibile esercitare i diritti rimasti inoptati e relativi a circa 118 milioni interamente sottoscritti. L’aumento fa 700 milioni è stato così interamente collocato sul mercato. Una volta ripulita, la banca valtellinese potrebbe diventare potenzialmente aggregabile.
Ancora sotto pressione i titoli Carige (-2,2%) dopo il rosso di lunedì e lo scatto della settimana precedente, con gli investitori che attendono le mosse dei principali azionisti, vecchi e nuovi. Nel frattempo, prosegue il roadshow in vista dell’emissione di un bond Tier2 da 300/400 milioni.