“Per eventuali M&A adesso siamo ricercati più di prima ma non c’è fretta. Sono valutazioni che faremo nei prossimi mesi anche con i nuovi azionisti ma a questo punto non abbiamo urgenza noi”.
È quanto ha sottolineato Miro Fiordi, presidente di Creval, a margine della riunione dell’Abi, esprimendo soddisfazione per la piena riuscita dell’aumento di capitale da 700 milioni.
Già nella serata di ieri, dopo la nota emessa con i dati definitivi dell’operazione, lo stesso Fiordi, in merito a possibili alleanze o aggregazioni, aveva precisato che “sul tavolo non c’è assolutamente nulla. Oggi siamo diventati una public company con un ruolo molto significativo dei fondi di investimento internazionale. Non è che possiamo procedere anche in chiave strategica senza tenere in debito conto questa nuova situazione”. Concetto ribadito anche oggi. La presenza degli investitori istituzionali è considerato un elemento di forza.
Il manager ha rimarcato che i due principali azionisti con quote superiori al 5%, l’imprenditore francese Denis Dumont e il fondo inglese Hosking Partners, “hanno fatto la loro parte e questo è importante. Non posso non sottolineare il fatto che il socio francese ha comunicato l’adesione all’operazione prima dell’assemblea straordinaria”.
Chiusa questa fase – ha rimarcato Fiordi – “Il management è impegnato senza soluzione di continuità nei cantieri del piano. Prevediamo di completare l’azione di de-risking in tempi molto rapidi, entro il primo semestre, anche con la cessione di Npl per poco piuù di 2 miliardi nominali, in gran parte con Gacs e per una quota con cessione diretta sul mercato”.
Intorno alle 11:15 su listino milanese le azioni lasciano sul terreno il 3,2% a 0,1156 euro, probabilmente a causa delle prese di profitto dopo il forte rally delle ultime sedute in scia sia al buon esito della ricapitalizzazione sia alle indiscrezioni su un possibile coinvolgimento nel risiko del settore bancario.