La Corte Costituzionale ha respinto tutte le questioni di legittimità sollevate contro la riforma delle banche popolari che comporta la trasformazione in spa per tutte le popolari con oltre 8 miliardi di attivi. I rilievi dell’organo costituzionale dovranno essere ora recepiti dal Consiglio di Stato.
La nota emessa dalla Consulta nel tardo pomeriggio di ieri precisa che “Le questioni sono state ritenute infondate”. Il verdetto è arrivato all’indomani dell’udienza pubblica.
La Corte ha innanzitutto confermato che “sussistevano i presupposti di necessità e urgenza per l’utilizzo del decreto legge” varato dal governo Renzi a fine 2015.
Inoltre, “la normativa impugnata, che in attuazione di quella europea sui requisiti prudenziali prevede la possibilità per le banche di introdurre limitazioni al rimborso in caso di recesso del socio, non lede il diritto di proprietà”.
Infine, “rientra nei limiti di quanto consentito dalla Costituzione anche la facoltà data alla Banca d’Italia di derogare alle disposizioni di legge nel definire il quadro attuativo della riforma”.
Le indicazioni della Corte, non appena saranno recepite dal Consiglio di Stato.
Le sole banche che devono ancora trasformarsi in spa sono la Popolare di Bari e, tra le quotate, la Popolare di Sondrio.