ll Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dello 0,9% e in linea all’analogo europeo (-1%), rallentando anche il Ftse Mib (+0,1%) che comunque riesce a chiudere in positivo. L’attenzione è stata rivolta Oltreoceano in attesa delle parole di Jerome Powell, presidente della Fed, che in serata ha confermato il rialzo dei tassi.
Nuovo stop dunque per il comparto bancario dopo il recupero di martedì. Sul settore ha pesato anche il forte calo di Deutsche Bank. Ieri, intanto, si è riunito il comitato esecutivo dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana) che ha riconosciuto le migliorie apportate all’Addendum da parte della Vigilanza Bce, ma ha ravvisato la necessità di superare il disallineamento esistente rispetto alle proposte della Commissione Europea sulla gestione dei crediti deteriorati.
Le vendite colpiscono tutti i titoli del listino principale, con Bper (che nel frattempo prosegue in vista del rinnovo del board in cui non siederà un rappresentante dell’azionista Unipol) e Intesa Sanpaolo (che si appresta a restituire 328 milioni di npl alle ex banche venete) che riescono a contenere il calo sotto l’1 per cento. Tiene la parità Mediobanca.
Altro pesante rosso per Mps (-3,4%), che accentua il trend ribassista partito dopo la pubblicazione dei risultati 2017, che hanno messo in luce una perdita di 3,5 miliardi. Il Ceo Marco Morelli, recentemente, ha ribadito che il recupero sarà lento.
Nel Mid Cap regge l’urto Popolare Sondrio (-0,3%), con la Consulta che nel tardo pomeriggio ha fatto sapere che la riforma delle banche popolari è stata ritenuta legittima, mentre su Credem (-1,5%) continuano le prese di profitto in attesa di novità sul fronte delle potenziali aggregazioni.
Scattano il realizzi su Creval (-2,3%) dopo il rally seguito all’ottimo esito dell’aumento di capitale da 700 milioni, sottoscritto interamente dal mercato. Ora banca valtellinese potrebbe diventare potenzialmente aggregabile, anche se il presidente Miro Fiordi ha sottolineato che non c’è fretta e che verranno fatte le opportune valutazioni.
Ancora sotto pressione Carige (-4,6%), con gli investitori che attendono le mosse dei principali azionisti. Novità potrebbero venire fuori dal cda del prossimo 27 marzo. Intanto, la banca punta ad accelerare il de-risking con la cessione di 1,5 miliardi di crediti deteriorati.
Su queste ultime due banche Crédit Agricole ha smentito l’interesse per una potenziale aggregazione.