Le Borse del Vecchio Continente mantengono un andamento prudente nonostante il rimbalzo degli indici americani, in progresso di circa due punti percentuali. Intorno alle 16:00 il Ftse Mib di Milano scambia in ribasso dello 0,5%, mentre il Dax di Francoforte (flat), il Ftse 100 di Londra (+0,2%), il Cac 40 di Parigi (+0,05%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%) schivano le vendite.
Per quanto riguarda il tema dei dazi che tanto ha pesato sui mercati settimana scorsa, sembra prevalere un cauto ottimismo, rinforzato da alcune dichiarazioni del segretario al Tesoro statunitense, Steven Mnuchin, sulla possibilità che Cina e Stati Uniti raggiungano un accordo ed evitino l’instaurarsi di una guerra commerciale.
Nel frattempo, sul Forex, l’euro risale fino a 1,243 dollari e a quota 130,7 yen, sostenuto da Jens Weidmann, prossimo probabile presidente della Bce, secondo cui non è da escludere un rialzo dei tassi nel 2019. In rimonta la coppia dollaro/yen, che risale a 105,2 dopo aver toccato settimana scorsa i minimi da novembre 2016 sotto la soglia di 105.
Tra le materie prime, l’oro torna al di sopra dei 1.350 dollari l’oncia, mentre il petrolio consolida i rialzi della scorsa ottava con Wti e Brent rispettivamente a 65,6 e 69,6 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, infine, il rendimento del decennale italiano risale all’1,91%, allargando lo spread dal Bund tedesco a 138 punti base.
A Piazza Affari le vendite penalizzano BANCA GENERALI (-2,7%), RECORDATI (-2,6%), MEDIASET (-2,2%) e i bancari BANCO BPM (-2,2%) ed UBI (-2,2%), quest’ultima dopo aver smentito la possibilità di un’aggregazione con MPS (-1,6%).
Ben intonata FCA (+1,1%), che sarebbe intenzionata a mantenere un’adeguata struttura finanziaria della sua controllata Magneti Marelli, trasferendovi circa un miliardo di indebitamento finanziario in vista dello spin-off.
Rimbalzi per STM (+0,9%) e TENARIS (+0,8%), che beneficia dell’accordo tra Stati Uniti e Corea per limitare le esportazioni di acciaio verso gli Usa.