Borse europee in rimonta in avvio di seduta, in scia ai recuperi di Wall Street e dei mercati asiatici dopo le prove di dialogo tra Washington e Pechino. Intorno alle 9:15, a Milano il Ftse Mib guadagna l’1,7% in area 22.380 punti, con la totalità dei titoli del paniere principale in rialzo. Buon rimbalzo anche per il Dax di Francoforte (+1,8%), il Ftse 100 di Londra (+1,5%), il Cac 40 di Parigi (+1,6%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,1%).
A migliorare il sentiment dei mercati contribuisce l’ottimismo sulla possibilità di un accordo tra Cina e Usa che eviti l’inasprirsi di una guerra commerciale tra i due paesi, dopo i dazi annunciati da Trump la scorsa settimana.
Intanto, il biglietto verde recupera terreno nei confronti della divisa giapponese, con il cambio dollaro/yen a 105,6. Ancora ben intonato l’euro, con l’euro/dollaro a 1,247, dopo le dichiarazioni di ieri del presidente della Bundesbank Jens Weidmann che ha anticipato la possibilità di un rialzo dei tassi da parte della Bce a metà 2019.
Tra le materie prime, sale ancora l’oro in area 1.355 dollari l’oncia, mentre viaggia poco mosso il petrolio con il Brent (+0,1%) a 70,2 dollari e il Wti (+0,2%) a 65,7 dollari. In attesa dei dati settimanali sulle scorte Usa, le quotazione del greggio sono frenate da un lato dai timori di aumento della produzione con l’incremento degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti e favorite dall’altro dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente tra Arabia Saudita e Iran.
Nel comparto del reddito fisso, infine, oggi si terrà l’asta del Tesoro di BoT per 6 miliardi, mentre il rendimento del Btp riparte sostanzialmente stabile dall’1,9%, separato da un differenziale con il Bund tedesco.
Tornando a Piazza Affari, in evidenza EXOR (+3,2%) dopo aver pubblicato ieri i risultati dell’esercizio 2017, chiuso con un utile netto più che raddoppiato a 1,30 miliardi e la proposta di un dividendo stabile pari a 0,35 euro.
In rialzo anche gli altri titoli della galassia Agnelli come FCA (+2,9%), FERRARI (+2,1%) e CNH (+2,6%), in rimonta dopo le perdite delle scorse sedute insieme a tutto l’automotive. Acquisti diffusi anche tra le altre blue chip, tra cui TELECOM ITALIA (+1,2%) non risente delle indiscrezioni secondo cui sarà sanzionata per ‘omessa informazione’ per la mancata segnalazione al governo che i suoi asset erano sotto il controllo di Vivendi.