Chiusura positiva per i listini europei, mentre Wall Street viaggia in frazionale rialzo dopo un avvio poco mosso. A Milano il Ftse Mib archivia le contrattazioni in rialzo dello 0,9% a 22.209 punti, sostanzialmente in linea con il Cac 40 di Parigi (+1%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1%), mentre il Dax di Francoforte (+1,6%) e il Ftse 100 di Londra (+1,5%) mostrano rialzi più marcati.
I contatti tra Stati Uniti e Cina hanno alimentato l’ottimismo per una prossima risoluzione della disputa commerciale fra le due superpotenze, consentendo agli indici continentali di mettere a segno un discreto rimbalzo.
Dinamica agevolata anche dal ritracciamento dell’euro, tornato in area 1,24 dollari, con il biglietto verde in rimonta anche sullo yen a 105,7. Nel Vecchio Continente tengono ancora banco le parole di Jens Weidmann, che ha anticipato la possibilità di un rialzo dei tassi a metà 2019 da parte dell’Eurotower. Una linea sostenuta anche dal banchiere centrale lituano, Vitas Vasiliauskas, mentre il finlandese Erkki Liikanen ha ricordato che l’inflazione europea resta inferiore alle attese nonostante una crescita solida.
Pochi spunti dall’agenda macro, con i soli dati di marzo relativi al sentiment economico nell’Eurozona, in calo per il terzo mese consecutivo (a 112,6 punti) ma comunque su buoni livelli, e all’indice dell’attività manifatturiera della Fed di Richmond, in discesa a 15 punti.
Il rafforzamento del biglietto verde penalizza l’oro, in calo a 1.340 dollari l’oncia, mentre per quanto riguarda il petrolio Wti e Brent risalgono rispettivamente a 65,8 e 69,9 dollari al barile, grazie anche alle tensioni in Medio Oriente che potrebbero ostacolare l’offerta.
Acquisti sull’obbligazionario, dove il rendimento del Btp cala all’1,86% e lo spread dal Bund si riduce leggermente a 136 punti base.
A Piazza Affari gli acquisti premiano ATLANTIA (+2,6%) e STM (+2,5%), oltre ai titoli della galassia Agnelli FERRARI (+2,4%), FCA (+1,7%), CNH (+1,8%) ed EXOR (+2,4%) dopo che quest’ultima ha pubblicato i risultati dell’esercizio 2017, chiuso con un utile netto più che raddoppiato a 1,30 miliardi e la proposta di un dividendo stabile pari a 0,35 euro.
Ben intonate le banche, tra cui avanza UNICREDIT (+0,7%) nonostante, secondo il quotidiano britannico The Times, l’Ad Jean Pierre Mustier potrebbe essere un candidato al ruolo di Ceo di Deutsche Bank. Sottotono FERRAGAMO (-1,1%) e MEDIOBANCA (-0,7%).