Il gruppo ha comunicato i risultati relativi allo scorso esercizio, confermando sostanzialmente i dati preliminari pubblicati lo scorso 8 febbraio.
I ricavi sono aumentati del 5,1% a 2,8 miliardi, con le variazioni di perimetro che hanno contribuito per 42,4 milioni, mentre l’effetto cambi ha inciso negativamente per 3,1 milioni. A parità di condizioni, il fatturato è cresciuto del 3,7 per cento.
L’Ebitda adjusted ha segnato un +4,7% a 576,4 milioni, con una marginalità sostanzialmente stabile al 20,5%, mentre l’Ebit è calato del 17,8% a 286 milioni, con un ros al 10,2% (-280 punti base).
L’utile netto degli azionisti è passato da 146 milioni a 392 milioni, principalmente grazie a una riduzione di 166 milioni delle passività differite indotta dal taglio dell’aliquota negli Stati Uniti.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto, rispetto al 31 dicembre 2016, è diminuito di circa 79 milioni a 862,5 milioni, nonostante investimenti per 218 milioni.
Il cda ha proposto un dividendo di 12 centesimi per azione ordinaria e 20,4 centesimi per azione di risparmio, rispetto ai 10 centesimi pagati sul bilancio 2016 per entrambe le categorie.