Fincantieri ha presentato il nuovo piano industriale per il periodo 2018-2022, sviluppato a parità di perimetro, senza quindi includere gli effetti dell’acquisizione del 50% di Stx France e della possibile alleanza con il francese Naval Group.
In continuità con il piano 2016-2020, il gruppo intende rafforzare la propria posizione di leadership attraverso una crescita solida e diversificata e un incremento della redditività finalizzato a supportare la crescita organica del gruppo.
In sintesi, gli obiettivi del business plan per quanto riguarda i principali aggregati sono:
- Nel 2018: ricavi +3-6% rispetto al 2017, Ebitda margin al 7,5%, net margin adjusted tra 1,8 e 2 per cento e indebitamento finanziario netto tra 400 e 600 milioni.
- Nel 2020: ricavi +18-20% rispetto al 2018, Ebitda margin a circa l’8%, Net margin adjusted tra il 2 e il 3 per cento e indebitamento finanziario netto tra 200 e 400 milioni.
- Nel 2022: ricavi +17-21% rispetto al 2020, Ebita margin tra l’8 e il 9 per cento, Net margin adjusted tra il 3 e il 4 per cento e indebitamento finanziario netto tra 0 e 100 milioni.
I quattro pilastri su cui si basa il business plan sono la visibilità a lungo termine, l’espansione in nuovi mercati e servizi (ad esempio l’After Sales), l’innovazione e l’aereodinamicità dei processi e della produzione, ed hanno come obiettivo quello di generare una forte crescita nella top line e un incremento strutturale della profittabilità, grazie alla maggiore efficienza e a un momento favorevole sul mercato, al fine di remunerare gli azionisti.
Gli obiettivi consolidati prevedono in arco di piano che il fatturato cresca del 50% a circa 7,5 miliardi, con un deciso incremento fra il 2018 e il 2020 (+18-20%) e fra il 2020 e il 2022 (+17-21%), mentre per il 2018 i ricavi sono attesi in aumento tra il 3 e il 6 per cento. Nell’esercizio in corso infatti la crescita sarà dovuta principalmente all’aumento dei volumi nel segmento cruise e dei lavori nei cantieri in Romania, mentre dopo quella data entreranno in gioco anche i maggiori benefici derivanti dalla diversificazione del business di Vard e dal maggiore apporto del segmento Naval, sia in Italia che all’estero.
A fine piano l’Ebitda margin è atteso invece fra l’8 e il 9 per cento, implicando un Ebitda pari a circa 680 milioni, ovvero quasi doppio rispetto al 2017, spinto dai maggiori profitti dello Shipbuiilding, dal completo recupero di Vard e dallo sfruttamento delle economie di scala.
Il Margine dell’Utile netto adjusted è stimato fra il 3 e il 4 per cento, con una crescita quasi costante dall’1,1% dell’ultimo esercizio.
A livello patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto dovrebbe aumentare leggermente nel 2018 attestandosi fra 400 e 600 milioni, per poi ridursi fino a quasi azzerarsi nel 2022, quando è previsto fra 0 e 100 milioni. La riduzione del debito sarà trainata da una migliore generazione di cassa, capace inoltre di sostenere gli investimenti nell’arco del piano.
A livello di singoli business, la divisione Shipbuilding, come detto in precedenza, svolgerà un ruolo di primo piano, grazie sia al consolidamento del segmento Cruise sia al sempre maggiore apporto del segmento Naval.
Nel settore civile lo scenario di mercato vede la conferma del trend di crescita del Cruise, dove l’aumento costante dei passeggeri contribuirà al recupero dei mercati tradizionali e allo sviluppo di nuovi mercati come la Cina e l’Australia. Infatti, il settore ha già raggiunto il livello di saturazione, a causa dell’anticipo della domanda da parte degli armatori, generando un effetto positivo sui prezzi di mercato.
Difatti, nel corso del piano proseguirà l’aumento del prezzo del “letto basso” (da 114 a 160 milioni in arco piano) e della domanda di navi da crociera di grandi dimensioni, conferendo una maggiore importanza non solo all’ammontare del portafoglio ordini ma anche alla sua composizione.
Questo andamento influirà anche sugli ordini in portafoglio, che assieme al MOA coprono già il 90% dei ricavi di piano.
In aggiunta, la strategia sarà incentrata su un maggior numero di navi da crociera su modelli già realizzati, 21 delle 24 navi previste in consegna, e su un maggior numero di navi della fascia di lusso, permettendo di ottenere un aumento della marginalità.
In questo segmento gli investimenti nel quinquennio saranno volti ad aumentare la capacità produttiva dei siti italiani, aumentandone le sinergie con i cantieri rumeni di Vard, in particolare quello di Tulcea in cui verranno prodotte sezioni complesse delle navi da crociera.
Per quanto riguarda il segmento Naval, il cui peso aumenterà nel portafoglio fino al 40%, , Fincantieri rimane concentrata sui programmi già in essere, ovvero il piano di rinnovamento della Marina Militare Italiana (termine 2026), il programma LCS per la US Navy (termine 2025) e quello per la Marina del Qatar (termine 2024).
Inoltre, in uno scenario in cui sono previsti nuovi programmi ad alta profittabilità per circa 52 miliardi, Fincantieri ritiene di poter aggiudicarsi circa 9,2 miliardi di questo ammontare: i principali progetti su cui il gruppo, guidato da Giuseppe Bono, è già al lavoro sono quello per la Marina australiana, il programma FFG(X) della US Navy e i nuovi sottomarini della Marina Militare Italiana.
Per quanto riguarda il business Offshore, rappresentato dalla controllata Vard, Fincantieri intende proseguire in azioni di rafforzamento e diversificazione.
Questo, come già illustrato nel piano precedente, è dovuto alla crisi del mercato Oil & Gas, che ha ridotto la domanda di mezzi PSV e AHTS e la riduzione della spesa nel settore Exploration & Production, che dovrebbe raggiungere il minimo nel 2018 per poi riprendersi nel medio/lungo termine.
Ciò detto, per il segmento Offshore si adotterà una strategia tender driven, procedendo di pari passo con la diversificazione di mercato e di prodotto facendo leva su competenze e relazioni già acquisite in segmenti come l’expedition cruise, l’acquacultura e l’eolico offshore, nonché partecipando a gare nel settore militare in aree geografiche in cui Vard è già presente.
Infine, nel business Sistemi, Componenti e Servizi il gruppo intende continuare la crescita nei business tradizionali, sviluppando il portafoglio già acquisito, focalizzandosi su mercati non-captive in espansione e ampliando l’offerta di prodotti.
Si porterà inoltre avanti l’internalizzazione del business delle cabine, focalizzandosi su aree di business ad alto valore aggiunto (come ad esempio le “aree pubbliche”) e lo sviluppo delle attività After-Sales, che saranno estese ad altri settori come quello Cruise.