Ubi sta per varare l’aggiornamento del piano di riduzione dei crediti problematici. La banca, lo scorso 12 dicembre, aveva ricordato che tale piano sarebbe stato rivisto entro il 30 marzo 2018.
La revisione si era resa necessaria per tenere conto dell’integrazione delle tre Good Bank, nonché delle indicazioni provenienti dalla Bce (che sta premendo su tutti gli istituti affinché accelerino nella riduzione.
Il documento, che sarebbe già all’esame dei consigli di sorveglianza e gestione, verrà poi inviato alla stessa Eurotower, in linea con quanto previsto per tutte le banche sotto la supervisione di Francoforte.
L’istituto, nella nota rilasciata sui conti 2017, aveva sottolineato che “E’ stata deliberata la vendita nel corso dei prossimi 3 anni di un pacchetto significativo di crediti deteriorati al fine di accelerare il raggiungimento di un ratio di crediti deteriorati lordi inferiore al 10% a cavallo tra il 2019 e il 2020, in funzione delle condizioni di mercato “.
Secondo rumor di stampa, la banca lombarda intenderebbe cedere un pacchetto di npe compreso tra 1/1,5 miliardi lordi da vendere entro fine anno. In queste settimane si starebbe ragionando insieme ai consulenti sulle modalità di dismissione, non escludendo il ricorso a una cartolarizzazione tramite garanzie pubbliche (Gacs).
L’operazione sarà favorita anche dall’introduzione del principio contabile Ifrs9, che consentono di imputare allo stato patrimoniale le svalutazioni, senza transitare da conto economico. Nel caso di Ubi, la nota rilasciata dall’istituto precisava che “L’impatto fully loaded della First Time Adoption dell’Ifrs9 è atteso, inclusivo di tutte le componenti previste, complessivamente pari a circa -12 punti base stimati sul Cet1”.
La tabella seguente riassume l’esposizione complessiva sui crediti deteriorati di Ubi al 31 dicembre 2017.