ll Ftse Italia Banche chiude con un leggero progresso dello 0,9% e in linea all’analogo europeo (+0,5%), sostenendo anche il Ftse Mib (+0,5%). Quest’ultimo è ancora parzialmente frenato dalle incertezze causate a livello internazionale dalla diatriba commerciale tra Cina e Stati Uniti, in attesa di nuove puntate nei prossimi giorni.
Il settore, dopo una prima parte di giornata in negativo, ha invertito la rotta intorno a metà seduta grazie anche all’ulteriore riduzione dello spread Btp-Bund a 135 punti base. Nel frattempo, Danièle Nouy, responsabile della Vigilanza Bce, in audizione al Parlamento Europeo, ha sottolineato l’inutilità di un’analisi di impatto sull’Addendum.
Nel listino principale si mette in luce Unicredit (+1,3%), che beneficia anche della conferma della raccomandazione ‘buy’ da parte di Equita Sim con target price di 23,50 euro.
Bene anche Ubi (+0,7%), che sta per varare l’aggiornamento del piano di riduzione dei crediti problematici da inviare alla Bce.
Si mette in luce Intesa Sanpaolo (+0,9%), con il mercato che resta in attesa di novità sulla trattativa relativa alla cessione di 10/12 miliardi di npl e al 51% della piattaforma di gestione, mentre tiene botta Banco Bpm (+0,2%), il cui cda ha varato l’incorporazione della Bpm Spa con quasi due anni di anticipo rispetto ai piani.
Continua a perdere terreno Mps (-2,3%), accentuando il trend ribassista iniziato dopo la pubblicazione dei risultati 2017 e i cui movimenti risentono anche del flottante piuttosto basso.
Nel Mid Cap moderato rialzo per Popolare Sondrio (+0,5%), che nel frattempo si avvicina all’acquisto del 51% di Cr Cento, mentre su Credem (-1,3%) tornano di nuovo le vendite, momentaneamente interrotte ieridelle ultime sedute, in attesa di novità sul fronte delle potenziali aggregazioni.
Tornano gli acquisti su Creval (+2,6%), dopo essere stato oggetto di prese di beneficio nei cinque giorni precedenti.
Tra le Small Cap termina flat Carige, il cui cda della banca abbia approvato un piano di de-risking da 1,7 miliardi, che tra sofferenze e inadempienze probabili, porteranno il peso degli npe sul totale crediti all’11,6% nel 2020. Si segnala che l’istituto genovese ha momentaneamente rinunciato all’emissione di titoli subordinati in programma, dopo avere testato il mercato e concluso che le condizioni in questo momento non erano soddisfacenti.