Buzzi Unicem – Utile in forte aumento con riforma fiscale Usa nel 2017

Il gruppo ha archiviato lo scorso esercizio con ricavi in aumento del 5,1% a 2,8 miliardi (+3,7% la crescita organica), mentre l’Ebitda adjusted ha segnato un +4,7% a 576,4 milioni con una marginalità sostanzialmente stabile al 20,5 per cento. Forte incremento dell’utile netto, passato da 146 a 392 milioni beneficiando soprattutto di un provento non ricorrente di 165 milioni legato alla riforma fiscale Usa. Infine, l’indebitamento finanziario netto è diminuito di circa 79 milioni a 863 milioni.

Buzzi Unicem ha chiuso il 2017 con ricavi in crescita del 5,1% a 2.806,2 milioni (+3,7% la crescita organica), in linea al dato preliminare comunicato lo scorso 8 febbraio. Le variazioni di perimetro hanno contribuito per 42,4 milioni, mentre l’effetto cambi ha inciso negativamente per 3,1 milioni.

A livello di gestione operativa, l’Ebitda adjusted è aumentato del 4,7% a 576,4 milioni, con un’incidenza sul fatturato sostanzialmente stabile al 20,5%, beneficiando del contributo degli Stati Uniti, nonostante l’effetto cambi sfavorevole, e del miglioramento in Europa Orientale che hanno più che compensato l’arretramento in Europa Centrale e il risultato negativo registrato in Italia.

L’Ebit adjusted ha segnato un +1,8% a 354,3 milioni, con una marginalità al 12,6% (-40 punti base), dopo un aumento degli ammortamenti del 9,6% a 222,1 milioni. Il dato include perdite di valore sulle attività fisse pari a 9,6 milioni (5,5 milioni nel 2016) dovute principalmente a svalutazioni di avviamento e di immobilizzazioni tecniche nel settore calcestruzzo in Italia e nei Paesi Bassi.

La bottom line evidenzia un significativo incremento dell’utile netto, passato da 145,9 milioni a 391,6 milioni anche grazie a un risultato della gestione finanziaria positivo per 62,7 milioni rispetto a un saldo negativo di 67,1 milioni nel 2016.

Il dato include inoltre oneri non ricorrenti per 68,2 milioni (-0,1 milioni nel 2016) principalmente riconducibili alla sanzione dell’antitrust al settore cemento in Italia. Da segnalare, infine, che il risultato netto ha beneficiato di un provento una tantum di circa 165 milioni dovuto all’implementazione della riforma fiscale Usa, a seguito del quale le imposte sono risultate positive per 45,9 milioni (-132,2 milioni nel 2016).

Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto a fine 2017 ammonta a 863 milioni, in diminuzione di 79 milioni rispetto ai 942 milioni al 31 dicembre 2016 in linea a quanto comunicato lo scorso 8 febbraio.

Il cda ha proposto la distribuzione di un dividendo pari a 0,12 euro per azione ordinaria e di 0,204 euro per azione di risparmio, rispetto agli 0,1 euro pagati lo scorso anno per entrambe le categorie di azioni.

Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, per il 2018 il management stima un Ebitda ricorrente in crescita low-single digit, fatte salve le incertezze legate all’andamento dei tassi di cambio, mentre la più bassa aliquota fiscale in Usa dovrebbe avere un effetto positivo sui profitti netti e sul cash flow del gruppo.