Carige – Fiorentino: per la banca il futuro sarà con un partner

Paolo Fiorentino, amministratore delegato di Carige, conferma, a margine dell’assemblea dei soci, quello che a suo avviso è il destino della banca, ossia di entrare a fare parte dell’inevitabile processo di concentrazione in atto nel settore bancario. E perché ciò avvenga nel modo migliore, è più conveniente per gli azionisti lavorare per rendere l’istituto il più attraente possibile.

“C’è in atto un inesorabile processo di consolidamento e non mi aspetto che Carige si possa permettere di rimanerne fuori”, ha specificato Fiorentino, “Questo processo genera valore per gli azionisti e per i territori, ma bisogna presentarsi a tale appuntamento con il vestito buono ed elegante. E noi ci andremo con il vestito buono”.

Il manager ha ricordato le principali operazioni di rafforzamento patrimoniale effettuate (aumento di capitale, cessioni e Lme) e la pulizia di bilancio in corso, azioni necessarie per dare alla banca una base solida sulla quale costruire il necessario recupero di redditività.

“Io lavoro affinché banca e azionisti possano scegliere”, ha precisato, riferendosi ad un eventuale partner.

Tra le operazioni ancora in via di finalizzazione, il manager ha reso noto che mercoledì firmerà la cessione del merchant book a Nexi.

Per quanto riguarda l’azionariato, secondo quanto emerso dal libro soci, non ci sono sorprese. Il principale azionista, il gruppo Malacalza, che aveva ricevuto dalla Bce autorizzazione a salire fino al 28%, è presente con il 20,6%, invariato.

Nessun cambiamento neppure per la quota di Gabriele Volpi con il 9% e per quella del nuovo entrato, Raffaele Mincione, che ha depositato azioni detenute attraverso The Capital Investmen Trust, pari al 5,4 per cento.

Mincione, che come aveva dichiarato non è presente in assemblea, aveva anche affermato di non escludere di salire al 9,9% del capitale.