Carige – Oggi ok al bilancio, per Bce nel 2017 era ad alto rischio

Questa mattina si riunirà ai Magazzini del Cotone di Genova l’assemblea di Carige per approvare i conti 2017. Nel frattempo, è stato reso noto il severo giudizio dell’esame Srep della Bce che ha bollato la banca come ad alto rischio e ha suggerito una serie di correzioni. Attività che l’Ad Paolo Fiorentino sta portando avanti, dopo avere già attuato l’operazione di rafforzamento patrimoniale da un miliardo essenziale per la prosecuzione dell’attività della banca e che ha permesso di superare alcune delle principali lacune individuate da Francoforte.

Si terrà oggi a Genova l’assemblea di Carige per l’approvazione del bilancio 2017, archiviato con una perdita di 388,4 milioni, alla quale non parteciperà il socio Raffaele Mincione dopo che è stata bocciata la sua richiesta di entrare in cda.

Ma dalla relazione dei sindaci al bilancio 2017 si apprende il severo giudizio espresso dalla Bce su Carige in sede di valutazione Srep. L’istituto centrale ha bollato Carige come banca ad alto rischio e ha assegnato un giudizio pari a 4, il voto peggiore possibile.

A tale proposito bisogna però rilevare che tale giudizio è stato redatto prima dell’operazione di aumento di capitale conclusa a dicembre e del complessivo rafforzamento patrimoniale che, anche grazie ad alcune cessioni e all’operazione Lme sui titoli subordinati, ha portato nelle casse dell’istituto 1 miliardo.

E proprio l’adeguatezza patrimoniale era una delle principali lacune indicate da Francoforte. Se a questo aspetto è stato posto rimedio, per affrontare le altre carenze individuate nel modello di business e nella governance si stanno prendendo le misure necessarie. “La banca”, scrivono i sindaci nella relazione, “ha avviato, a partire da gennaio 2018, un articolato piano di remediation per ottemperare tempestivamente alle richieste dell’autorità di vigilanza”.

In ogni caso, si può osservare come il target Srep fissato per Carige al termine dell’esame era un Cet1 dell’11,25% per il 2017, con un requisito aggiuntivo del 3,25% rispetto al minimo dell’8%, mentre per il 2018 l’obiettivo era stato abbassato all’11,175 per cento. In seguito all’aumento di capitale, il livello di Cet1 phased in al 31 dicembre 2017 era pari al 12,4 per cento.

La Bce, nelle sue raccomandazioni, ha indicato alcune prescrizioni a cui Carige si dovrà adeguare. Innanzitutto dovrà comunicare semestralmente l’aggiornamento dell’andamento del piano di de-risking, poi dovrà approvare entro il 30 marzo un piano strategico e operativo aggiornato, ed entro il 31 marzo un nuovo schema di governance del rischio di credito aggiornato nonché un piano per le funzioni di segreteria del cda.

A questo riguardo, si rileva che l’istituto ha approvato a inizio settimana il piano di de-risking 2018/20 che prevede la cessione di 1,7 miliardi di sofferenze e inadempienze probabili. A fine periodo, se verrà realizzato il programma definito, il livello degli npe lordi si fisserebbe all’11,6%, mentre per quelli netti il rapporto sul totale dei crediti sarebbe al 5,8 per cento.

Quanto alle critiche sul modello di business, la Bce ha sottolineato “la debolezza della redditività, il rendimento dell’attivo e le problematiche relative all’attuazione del piano industriale e alla sostenibilità”, dando a questo aspetto un voto pari a 4 (rischio alto). L’istituto di vigilanza si è poi focalizzato sulla governance interna e il risk management, soffermandosi sul “funzionamento degli organi di amministrazione” e sulle “funzioni di controllo”, che hanno ricevuto voto 3 (rischio medio).

Infine, sulla già citata adeguatezza patrimoniale ante aumento “riferita sia alla limitata capacità di assorbimento di perdite riferite al profilo di rischio sia alle carenze individuate sui rischi di capitale”, è stato dato voto 4 e, sul rischio di liquidità, “relativamente alla liquidità a breve termine, alla sostenibilità del finanziamento e alla gestione delle liquidità”, il voto è stato 3.