Mps – L’incertezza politica frena ancora i titoli (-1,6%)

Dopo il piccolo rimbalzo di giovedì scorso, ultima seduta di Borsa prima della pausa di Pasqua, le azioni Mps tornano nel solco discendente che ha caratterizzato l’andamento del titolo negli ultimi due mesi.

Nella seduta di oggi, poco dopo le 9:30 i titoli dell’istituto di Rocca Salimbeni sono arrivati a lasciare sul terreno il 2,1%, dopo che giovedì 29 marzo avevano guadagnato il 3,6%, per poi limitare la diminuzione verso le 10:30 all’1,6% a 2,53 euro.

Il calo delle azioni della banca guidata da Marco Morelli è legato in parte ai fondamentali e ha iniziato ad evidenziarsi dopo la presentazione, lo scorso 9 febbraio, dei conti di fine 2017, considerati deludenti sotto il profilo dei ricavi e per la presenza di rettifiche e accantonamenti straordinari che hanno peggiorato il risultato bottom line. Ma l’andamento del titolo risente anche dell’incertezza politica, tant’è che la debolezza delle quotazioni ha subito un’accelerazione dopo il risultato elettorale caratterizzato da una grande incertezza.

A distanza di un mese dal voto non ha ancora preso vita un esecutivo, ma il nuovo Governo sarà certamente contraddistinto da una discontinuità rispetto al passato. Il che rappresenta un grosso punto di domanda per l’istituto, il cui capitale è per il 68% nelle mani dello Stato.

Secondo alcuni scenari delineati dalla stampa, il nuovo esecutivo potrebbe premere per una sistemazione del Montepaschi nei tempi più rapidi possibile. Una via di uscita viene indicata in una cessione a un altro gruppo bancario, in modo da addebitare al Governo precedente le perdite registrate. Agli attuali corsi di Borsa la quota in mano pubblica evidenzia una minusvalenza di circa 3 miliardi rispetto a quanto versato tramite la ricapitalizzazione.

L’operazione, che per il momento resta solo un’ipotesi teorica nel ventaglio delle possibili soluzioni, incontrerebbe non pochi ostacoli tecnici e non solo. Dovrebbe passare il vaglio delle autorità europee, che finora non si sono mostrate di maglie larghe nel dare via libera alle operazioni di merger. In particolare la Bce potrebbe imporre una ricapitalizzazione, come fatto per Banco Bpm, il primo gruppo nato da una fusione sotto la sorveglianza di Francoforte. Altro ostacolo potrebbe essere il giudizio della Commissione Europea per quanto riguarda il tema degli aiuti di Stato, vista la presenza nel capitale del Mef.

Ma a rendere ancora più imprevedibile gli sviluppi vi sono state alcune dichiarazioni di esponenti locali dei 5 stelle che auspicavano per una completa nazionalizzazione dell’istituto senese, ipotesi che pare poco realizzabile, ma che testimonia la confusione sulla materia.

In ogni caso, il management resta focalizzato nell’attività di rilancio del business i cui frutti saranno resi noti con la presentazione dei risultati trimestrali, in calendario il prossimo 10 maggio. Il 12 aprile, invece, si terrà l’assemblea per l’approvazione del bilancio, che potrà essere l’occasione per qualche anticipazione sull’andamento dei conti nei primi mesi dell’anno.

Intanto, domani 4 aprile sono in programma a Londra alcuni incontri tra l’Ad Marco Morelli e alcuni investitori istituzionali.