Si placano, almeno in questi giorni, le vendite sui titoli Mps. Nella seduta di oggi a Piazza Affari i titoli di Rocca Salimbeni mostrano un rialzo del 3,6% a 2,64 euro, dopo avere registrato un incremento dell’1,5% nella seduta di ieri.
Il mercato ha recepito positivamente il messaggio tranquillizzante portato dall’Ad Marco Morelli alla comunità finanziaria della City. Il numero uno dell’istituto senese ha detto, in una serie di incontri con gli investitori istituzionali londinesi, che il piano di ristrutturazione sta procedendo nei tempi previsti. Il lavoro di ristrutturazione e rilancio è, come previsto, lungo e faticoso e procede a piccoli passi, ma l’avanzamento è in linea con la tabella di marcia.
Morelli non ha fornito alcuna anticipazione sui conti del primo trimestre, che tuttavia non dovrebbero presentare brutte sorprese rispetto a quanto previsto dal piano. Tra gli elementi caratterizzanti l’andamento del margine di interesse, il manager ha segnalato una riduzione del costo dei depositi, che a tendere si allineerà alla media del settore italiano, e segnali di ripresa degli impieghi.
L’altro importante cantiere su cui è impegnato il management della banca è la cartolarizzazione del portafoglio da 26 miliardi. Un lavoro lungo proprio per l’ammontare del pacchetto da dismettere e il numero delle posizioni da esaminare, che ha comportato un’analisi approfondita. Entro fine mese è atteso il responso da parte delle agenzie che dovranno assegnare il rating, passaggio fondamentale per arrivare ad avere la garanzia statale sui titoli senior (Gacs), necessaria per poter collocare i titoli presso gli investitori. L’operazione dovrebbe concludersi entro fine giugno.
Il lavoro dei vertici di Mps è costantemente monitorato dalle autorità di vigilanza europee, in primis la Bce, con le quali è aperto un costante dialogo. Uno degli ultimi esami, superato con esito positivo, è stata l’analisi dei conti del terzo trimestre, il cui responso positivo è stato comunicato alla banca dalla Commissione Europea.
Morelli non ha invece commentato le voci su una possibile aggregazione dell’istituto senese. Ipotesi che rimane uno sbocco strategico plausibile alla luce delle dinamiche del settore bancario, ma sulle cui scelte conterà la parola del nuovo esecutivo dato che la banca è controllata al 68% dallo Stato.