In vista del job report statunitense che verrà diffuso nel primo pomeriggio, le Borse europee mostrano un andamento debole, intimorite dalle minacce di nuovi dazi Usa sui prodotti cinesi.
Intorno a mezzogiorno è sostanzialmente invariato il Ftse Mib di Milano, che limita i danni grazie a Telecom Italia (+3,2%), mentre viaggiano lievemente in rosso il Dax di Francoforte (-0,5%), il Ftse 100 di Londra (-0,15%), il Cac 40 di Parigi (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,4%).
L’ottimismo di ieri per una soluzione pacifica alle tensioni tra Washington e Pechino si sono affievolite dopo che Donald Trump ha incaricato la propria amministrazione di predisporre ulteriori tariffe per 100 miliardi di dollari sulle importazioni cinesi, da aggiungersi ai 50 miliardi annunciati in precedenza a cui la Cina aveva risposto con sanzioni di pari importo.
Sul fronte macro, dopo i dati deludenti sulla produzione industriale tedesca, si attendono quelli di marzo sul mercato del lavoro americano, da cui si prevedono nuovi posti di lavoro nel settore privato non agricolo per 185 mila unità e un tasso di disoccupazione in calo al 4%, oltre ad una crescita dello 0,3% dei salari medi orari.
Sul Forex, intanto, il cambio euro/dollaro resta momentaneamente poco mosso a quota 1,224, così come il dollaro/yen a 107,3. Variazioni contenute anche tra le commodities; l’oro è fermo a 1.326 dollari l’oncia mentre le quotazioni del petrolio scambiano in frazionale ribasso, con Wti e Brent rispettivamente a 63,3 e 68,1 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, infine, il rendimento del decennale italiano risale verso l’1,8%, separato da un differenziale con il Bund tedesco in aumento oltre i 128 punti base.
Tornando a Piazza Affari spicca TELECOM ITALIA (+3,2%), dopo l’annuncio dell’ingresso di Cdp con una quota del 5 per cento. Una mossa che potrebbe rappresentare il preludio per un accordo con il fondo Elliott al fine di contrastare Vivendi e potrebbe facilitare in futuro un’integrazione tra Open Fiber e la società che nascerà dallo spin-off della rete di Tim.
In evidenza anche UBI (+1,3%), che starebbe valutando un’operazione di cartolarizzazione con assistenza pubblica (Gacs) per una cifra complessiva compresa tra i 3 e i 4 miliardi.
Poco mossa ENI (+0,2%) che sarebbe in trattative con Qatar Petroleum per la vendita di una quota fra il 20 e il 35% della partecipazione detenuta nel giacimento di petrolio offshore di Campeche Bay, del quale al momento Eni possiede il 100 per cento. In calo PRYSMIAN (-3,4%), CNH (-2,3%), BUZZI UNICEM (-1,8%) e SAIPEM (-1,6%), parziali realizzi su FCA (-0,8%) dopo i decisi rialzi di ieri.