Grandi manovre sulla Popolare di Sondrio in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato che dovrà prendere atto della decisione della Consulta, la quale ha dichiarato legittima la riforma delle banche popolari. La strada della trasformazione in spa dell’ultima popolare quotata a Piazza Affari è tracciata ma rimangono incerti tempi e modalità di una trasformazione che l’istituto valtellinese subisce mal volentieri.
Su questo fronte, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbero scesi in campo anche due investitori istituzionali, Amber Capital e Oceanwood, che avrebbero acquistato il 5% ciascuno e che, pur non avendo allo stato attuale diritti formali, starebbero facendo pressioni informali attraverso lettere e richieste al management per accelerare i tempi di trasformazione in spa.
La banca guidata da Mario Alberto Pedranzini al momento prende tempo, da una parte cercando soluzioni tecniche quali la creazione di una subholding nella quale fare confluire l’attività bancaria per mantenere a monte la struttura cooperativa che tuttavia non si sa se potrebbe ricevere il benestare da parte delle autorità di controllo, dall’altra cercando di creare una sorta di nocciolo duro di azionisti che potrebbe ruotare attorno alla partecipazione della Fondazione di Cento che dovrebbe rilevare una quota compresa tra il 2% e il 3 per cento.
Un’operazione legata all’acquisto dalla Cassa di Risparmio di Cento, che dovrebbe ricevere la ratifica dall’assemblea in calendario per il prossimo 28 aprile. In ogni caso, la formazione di un nucleo stabile di soci che non renda la banca in balia del mercato non sarà un’operazione facile, vista la frammentazione dell’azionariato caratteristica delle banche popolari.
L’istituto valtellinese, in particolare, sottolinea questo aspetto nel proprio identikit ufficiale “La Banca Popolare di Sondrio opera con l’obiettivo di esprimere appieno e nei fatti la propria matrice popolare cooperativa. Ne è tra l’altro concreta attestazione la volontà, tradizionalmente perseguita, di ampliare la compagine sociale di pari passo con l’espansione territoriale e dei volumi, diffondendo quanto più possibile il duplice ruolo di socio e di cliente. Soci quindi, normalmente possessori di piccoli quantitativi di azioni, che partecipano all’affermazione della propria banca apportando lavoro e, tramite le referenze attive, altri soci e clienti”.