Carige – Antitrust dà benestare a Malacalza primo socio

L’Antitrust ha dato il proprio benestare alla posizione di primo socio della Banca Carige al gruppo Malacalza. L’autorizzazione è stata pubblicata sul bollettino dell’Autorità per la concorrenza e il mercato, in cui si spiega che “l’operazione in esame non determina la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante sul mercato interessato, tale da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza”.

Il gruppo Malacalza aveva ottenuto il benestare dalla Bce per salire al 28% del capitale di Carige durante l’aumento di capitale concluso lo scorso mese di dicembre. Nel corso della ricapitalizzazione, il gruppo piacentino non ha tuttavia raggiunto tale soglia ma ha incrementato la propria partecipazione al 20,63%, mantenendo la posizione di primo azionista della banca, situazione che ora ha anche l’avallo dell’autorità alla concorrenza che non aprirà un’istruttoria.

Alle spalle di Malacalza, tra i maggiori soci, vi è la Compania Financiera Lonestar che detiene il 9,08%, seguita dal finanziare Raffaele Mincione che ha rilevato il 5,428%, approfittando della debolezza del titolo in Borsa nelle settimane successive alla ricapitalizzazione. Altro socio di peso è la Sga con il 5,39% che ha sottoscritto le azioni nell’ambito dell’accordo per l’acquisto di crediti deteriorati.

Bisognerà vedere se a questo punto Malacalza deciderà di aumentare la posta su Carige dei circa 33 milioni necessari ad acquistare la quota a cui è stato autorizzato per rafforzare la propria posizione, in vista di un’eventuale battaglia per il controllo della banca.

COMMENTO

La notizia è positiva per le azioni Carige, anche se non si sa quali saranno e se ci saranno conseguenti mosse da parte di Malacalza. Inoltre, si inserisce in un contesto piuttosto delicato.

L’azione di risanamento dell’istituto genovese messa a punto dall’amministratore delegato Paolo Fiorentino pare molto efficace. E’ riuscito nella difficile operazione di ricapitalizzazione che, grazie all’aumento di capitale, alla cessione di alcuni asset non strategici e all’operazione di Lme, ha portato nelle casse dell’istituto circa un miliardo. Cifra necessaria a dare respiro alla banca e a varare l’operazione di de-risking attualmente in corso.

Una volta messi a posto i conti e ritrovato l’equilibrio finanziario, la banca potrebbe essere interessante sotto il profilo delle aggregazioni, vista la propria presenza in un territorio, come quello ligure e toscano, che può avere un certo appeal per altri istituti in vista dell’atteso consolidamento del settore.

Tuttavia, l’istituto parte da una situazione assai fragile, come dimostra il giudizio della Bce che la considerava ad alto rischio prima dell’aumento di capitale. E tale incertezza si riflette nelle quotazioni di Borsa che tutt’ora presentano uno sconto del 18% rispetto al prezzo dell’aumento di capitale. L’Ad Fiorentino ha dichiarato che l’andamento dei primi due mesi è positivo. Bisognerà attendere i numeri della trimestrale per avere la riprova che anche dal punto di vista commerciale gli ingranaggi della banca si sono rimessi in moto.