Il Cda di Telecom Italia ha ritenuto a maggioranza illegittima l’integrazione dell’ordine del giorno assembleare del 24 aprile deliberata dal Collegio Sindacale e ha confermato la validità e l’efficacia dell’assemblea convocata per il 4 maggio.
Ad affermarlo è la stessa Società in una nota, in cui il board spiega che il Collegio può intervenire soltanto in caso di “inerzia” (inattività) dell’organo amministrativo nell’accoglimento delle richieste di integrazione presentate dai soci e non nel caso in cui una decisione motivata vi sia, ma il Collegio Sindacale non la condivida.
Inoltre, secondo quanto spiegano gli amministratori, il Collegio Sindacale ha preso la propria decisione sulla base di una nota irritualmente fatta pervenire al medesimo dai consulenti legali dei fondi Elliott oltre il termine di legge e neppure condivisa con il Cda.
Il board precisa che l’integrazione dell’ordine del giorno è in contrasto con l’art. 9.10 dello Statuto di TIM e con l’art. 2386, quarto comma, del codice civile.
Il Cda si dissocia formalmente dall’iniziativa del Collegio Sindacale, che ritiene errata e particolarmente grave e comunica che trasmetterà tutta la documentazione a Consob. Inoltre annuncia che intraprenderà ogni azione legale a tutela dei diritti e degli interessi di tutti i soci e della Società.
Si ricorda che ieri Elliott ha annunciato di aver costruito una partecipazione dell’8,8%, a cui si aggiungono opzioni di acquisto per un ulteriore 4,9 per cento.
Il fondo ha anche affrontato il tema della separazione della rete, da cui ritiene che possa scaturire un dimezzamento del debito di Tim da 25 a 12 miliardi, consentendo di distribuire nel 2019 1,2 miliardi di dividendo. Secondo Elliott, infine, un board realmente indipendente potrebbe portare ad un raddoppio delle quotazioni del titolo nel giro di due anni.