A margine della presentazione del piano industriale 2018-2022, nella quale sono stati confermati i target di produzione 2018, Claudio Descalzi, Ceo di Eni, ha chiarito le indiscrezioni degli scorsi giorni sulla vendita di una quota nell’Area 1 del giacimento di Campeche Bay, nell’offshore messicano.
Pur non negando l’ingresso di potenziali soci in futuro, ora Eni è focalizzata sull’avvio della produzione, con l’ok al progetto da parte del governo messicano atteso entro due mesi.
Per quanto riguarda lo scenario futuro del greggio, Descalzi non vede impossibile il target di 80 dollari al barile auspicato, secondo indiscrezioni, dall’Arabia Saudita. Secondo il Ceo infatti il raggiungimento di questo target è in mano alle azioni dei Paesi Opec e della Russia, unitamente al calo delle scorte e all’aumento della domanda.
In ogni caso, l’Ad ha confermato che entro la fine del piano Eni sarà “in grado di fare fronte a investimenti e dividendi a un prezzo del Brent pari a 50$ il barile”, grazie sia alla crescita di tutte le aree di business sia alla disciplina finanziaria.
Allargando lo sguardo alla situazione globale, Descalzi ha parlato di “mare agitato” ma non per colpa delle tensioni commerciali fra Usa e Cina, che secondo il Ceo non sfoceranno in una vera e propria guerra dei dazi. Eni comunque non è esposta verso paesi particolarmente critici.
Infine, è di ieri la notizia che il cane a sei zampe, raggiunto 1 milione di clienti Gas & Power sul suolo francese a un anno dall’ingresso su quel mercato, ora punta a raddoppiare entro il 2021.