Mercati – Europa debole su tensioni geopolitiche e euro in rialzo, Milano -0,7%

Chiusura sottotono per le Borse del Vecchio Continente, penalizzate in parte da rafforzamento dell’euro e dalle tensioni geopolitiche in Siria, mentre a Wall Street gli indici americani viaggiano poco mossi e non distanti dalla parità. Il Ftse Mib di Milano archivia le contrattazioni a -0,7%, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-0,8%) e il Cac 40 di Parigi (-0,6%), mentre il Ftse 100 di Londra (-0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%) limitano i danni.

La tregua innescata dall’allentamento delle tensioni commerciali tra Usa e Cina è stata velocemente rimpiazzata dai timori per un possibile intervento militare americano in risposta al presunto attacco chimico in Siria della scorsa settimana, con Mosca pronta a replicare a un’offensiva statunitense nel caso venissero colpite le forze russe presenti sul territorio.

Sul fronte macro i dati di marzo sull’inflazione americana non si sono discostati sensibilmente dalle attese, registrando una flessione dello 0,1% su base mensile (+0,2% la rilevazione precedente) e una crescita annua del 2,4% (2,2% a febbraio). Nessuno spunto particolarmente rilevante dall’intervento del presidente della Bce Mario Draghi, mentre in serata verranno divulgate le minute della Fed relative all’ultima riunione.

Nel frattempo, sul Forex, il cambio euro/dollaro è nuovamente in rialzo a 1,238, dopo le parole pronunciate ieri da Ewald Nowotny, governatore della Banca Nazionale Austriaca e membro del Consiglio Direttivo dell’Eurotower, circa la possibilità di un rialzo dei tassi. Dollaro/yen in lieve calo sotto quota 107. Poco mossa la sterlina, dopo i dati sottotono su produzione industriale e manifatturiera e la riduzione del deficit della bilancia commerciale di febbraio.

Le tensioni in Medio Oriente e la discesa del biglietto verde continuano a sostenere l’oro, che supera i 1.360 dollari l’oncia, e le quotazioni del greggio, con Wti e Brent rispettivamente a 67 e 72,5 dollari al barile, nonostante l’aumento delle scorte Usa certificato dai dati settimanali dell’Eia.

Tra le big cap di Piazza Affari brillano i petroliferi e in particolare SAIPEM (+2,1%), favorita sia dall’aumento delle quotazioni del greggio sia dalla notizia circolata ieri sulla firma, tramite un consorzio guidato da General Electric, di un project framework agreement con il governo ugandese per l’esecuzione dei lavori di stima e la costruzione di una nuova raffineria, del valore complessivo di circa 4 miliardi di dollari.

Bene anche MONCLER (+2,2%), TENARIS (+1,7%) e FERRAGAMO (+1,6%), oltre a UNIPOL (+1,3%), complici i rumor su una possibile partnership con POSTE ITALIANE (-0,2%) per i prodotti assicurativi, in particolare del ramo danni, dopo l’accordo siglato da quest’ultima per la distribuzione di prodotti bancari e di wealth management con INTESA SANPAOLO (-0,7%).

Denaro pure su ENI (+0,6%), dopo le parole del Ceo Descalzi sulle indiscrezioni dei giorni scorsi sulla vendita di una quota nell’Area 1 del giacimento di Campeche Bay, nell’offshore messicano. Pur non negando l’ingresso di potenziali soci in futuro, ora il focus resta sull’avvio della produzione, con l’ok al progetto da parte del governo messicano atteso entro due mesi.

Scivolano in fondo al listino, infine, TELECOM ITALIA (-2,9%) dopo il rally delle ultime sedute, MEDIASET (-2,7%) ed EXOR (-3,2%). Male anche LUXOTTICA (-1,7%), penalizzata anche dal downgrade da ‘buy’ a ‘hold’ da parte di Equita.