Segnali di ripresa per l’attività di Mps nei primi mesi del 2018. Le anticipazioni vengono dall’amministratore delegato della banca Marco Morelli nel corso dell’assemblea per l’approvazione dei conti 2017, archiviati con una perdita di gruppo di 3,5 miliardi.
“Rispetto a fine 2017 abbiamo un’inversione di tendenza e la ripresa degli impeghi vivi lordi, primo segnale che la banca si è rimessa in cammino”, ha anticipato Morelli, precisando che “stiamo aumentiamo la nostra raccolta commerciale e riusciamo a farlo abbattendone il costo”.
Guardando in avanti, il percorso non facile presenta spunti confortanti, con il 2018 che rappresenterà nelle attese del manager l’anno della svolta.
“Il 2018 sarà il primo anno in cui la banca è entrata in una situazione di lavoro normalizzata. Ci sono obiettivi chiari”, precisa il manager, ”le strutture della banca possono ricominciare a lavorare in tutte le loro articolazioni, dal top management alle filiali, senza avere scadenze temporali legate alle richieste dei regolatori”.
Morelli si è anche soffermato sulla questione dei crediti deteriorati osservando che la banca sta riducendo il costo del credito.
Per fine maggio, e quindi in anticipo di un mese rispetto alle previsioni, dovrebbe chiudersi la cartolarizzazione con l’assistenza della Gacs per 24 miliardi di sofferenze.
“Entro fine aprile riceveremo l’attribuzione dei rating formali dalle società di rating. Una volta resi pubblici i rating, partirà l’attività di marketing presso gli investitori istituzionali e in contemporanea sarà avviato il processo per l’ottenimento delle Gacs sulle tranche senior. L’obiettivo è chiudere tutto il processo entro fine maggio”, ha scandito Morelli.
La leva per raggiungere gli obiettivi del piano al 2021 sarà la ripresa commerciale e non solo la riduzione dei costi, in particolare del personale, già pesantemente colpito dai tagli imposti dagli accordi raggiunti con le autorità in sede di approvazione del piano. “Sono convinto che il rilancio della banca non passi attraverso una riduzione massiva dell’occupazione e dei costi”, ha osservato Morelli, che riferendosi ai target del piano ha commentato “alcune cose le raggiungeremo in anticipo, altre con uno sviluppo più lento”.
Per questo Morelli ha chiesto agli azionisti, presenti in assemblea con il 76,5% del capitale di cui il 68,24% relativo al Mef, il 4,31% alle Assicurazioni Generali e il 3,18% a Mps in quanto azioni proprie, un appoggio “forte e incondizionato per la realizzazione del piano che prevede un percorso lungo, duro, difficile con diverse incognite”.
Nel corso dell’assemblea è stato chiesto se ci sono in programma acquisizioni o cessioni. A questo riguardo, è stato ribadito che il piano di ristrutturazione prevede che la banca non possa procedere all’acquisizione di alcuna partecipazione o asset, salvo che la Commissione Europea non autorizzi tale acquisizione in circostanze eccezionali e secondo stringenti paletti, mentre è previsto un piano di cessioni che comprende alcune partecipazioni societarie non strategiche e una parte del patrimonio immobiliare. Nel dettaglio, è in corso la dismissione di due controllate estere, ossia Banca Monte Paschi Belgio e Monte Paschi Banque.
Infine, quanto alla struttura patrimoniale, dopo l’emissione del bond decennale subordinato Tier2 da 750 milioni effettuata a gennaio, Mps ha un ulteriore impegno con la Commissione Ue per emettere una seconda tranche.
Intanto a Piazza Affari i titoli reagiscono positivamente alle notizie, segnando un aumento dell’1,1% a 2,69 euro.