La raccolta netta totale di Azimut, nel primo trimestre 2018, si è attestata a 873,8 milioni (-60,2% rispetto al periodo di confronto). Il dato del solo mese di marzo è stato positivo per 34,5 milioni (994,4 milioni a marzo 2017), risentendo della debolezza dei mercati e di un disinvestimento riconducibile ad un mandato con bassa redditività di un cliente istituzionale.
Nel dettaglio, la raccolta dei fondi, nel mese in esame, ha registrato riscatti pari a 16,4 milioni (sottoscrizioni per 490,4 milioni a marzo 2017). Le gestioni patrimoniali, invece, hanno registrato flussi positivi per 90,9 milioni, seppure in contrazione (-45,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente).
I fondi comuni di investimento da inizio anno hanno riportato una raccolta netta positiva di 329,4 milioni (808,7 milioni nel primo trimestre 2017), mentre le gestioni patrimoniali hanno registrato sottoscrizioni per 287,6 milioni (-30,7% rispetto al periodo di confronto). Il peso di queste due componenti sul totale si attesta a circa il 71 per cento.
Il totale delle masse, a fine marzo, si è fissato a 50,6 miliardi (+0,4% rispetto a fine 2017), di cui 40 miliardi riferiti a quelle gestite e il restante al risparmio amministrato.
Sergio Albarelli, Ceo di Azimut Holding, ha commentato: “Archiviamo il primo trimestre dell’anno con una raccolta totale di 874 milioni, frutto soprattutto delle attività organiche delle nostre strutture di consulenza in Italia e all’estero. Il mese di marzo ha risentito della debolezza dei mercati e di un disinvestimento riconducibile ad un mandato con bassa redditività di un cliente istituzionale”.