Borse europee prudenti ma positive, in assenza di spunti esogeni di particolare rilievo e in attesa di sviluppi sulla questione siriana. Intorno alle 12:25 il Ftse Mib di Milano segna un modesto +0,2%, in frazionale rialzo come il Dax di Francoforte (+0,7%), il Cac 40 di Parigi (+0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,7%) mentre il Ftse 100 di Londra è invariato.
In marginale progresso anche i futures sugli indici americani, in attesa dei risultati di tre grandi banche come JP Morgan, Wells Fargo e Citigroup che verranno diffusi prima dell’apertura di Wall Street.
Intanto proseguono le trattative sul fronte commerciale. Donald Trump ha ribadito ieri che le divergenze con la Cina potrebbero risolversi senza l’imposizione di altre tariffe reciproche mentre l’entourage del presidente starebbe studiando la possibilità di rientrare nel TPP, l’accordo di libero scambio tra 11 paesi nell’Oceano Pacifico, abbandonato nel gennaio 2017.
Sul Forex il cambio l’euro/dollaro si mantiene in area 1,233, dopo l’indebolimento di ieri in scia ai verbali piuttosto “dovish” della Bce, mentre il dollaro/yen risale a 107,6.
Tra le materie prime, l’oro si attesta a 1.341 dollari l’oncia e il petrolio scambia sui massimi di tre anni, sostenuto dalle tensioni in Siria e dalle osservazioni dell’ International Energy Agency, secondo cui l’eccesso di offerta che ha penalizzato i prezzi finora è prossimo ad estinguersi. Wti e Brent avanzano rispettivamente a 67,4 e 72,3 dollari al barile.
Sull’obbligazionario il rendimento del decennale italiano resta in area 1,81%, separato da un differenziale con il Bund tedesco invariato a 129 punti base.
A Piazza Affari gli acquisti premiano PRYSMIAN (+2,1%) e CNH (+1,8%), quest’ultima in recupero in scia alle prospettive di consolidamento nel settore dei veicoli commerciali e al futuro spin-off del brand Iveco, dopo le ultime settimane condizionate dalle dimissioni del Ceo Richard Tobin e dalle tensioni ipotesi di introduzione di dazi su prodotti agricoli.
In calo invece TENARIS (-2,8%), su cui pesano i dazi anti dumping, giudicati inferiori alle attese, imposti dall’amministrazione Usa verso l’import di tubi in acciaio OTCG provenienti dalla Sud Corea.