Le Borse europee mantengono un’intonazione moderatamente positiva dopo l’avvio in marginale rialzo di Wall Street, dove i listini americani guadagnano circa lo 0,3% dopo l’inizio della nuova earning season, con i conti di JP Morgan, Wells Fargo e Citigroup diffusi prima della campanella.
Intorno alle 15:50 il Ftse Mib di Milano è in progresso dello 0,3%, in linea con il Cac 40 di Parigi, il Ftse 100 di Londra è invariato mentre il Dax di Francoforte e l’Ibex 35 di Madrid guadagnano rispettivamente lo 0,4% e lo 0,7 per cento.
Gli investitori internazionali guardano positivamente al parziale allentamento delle tensioni tra Stati Uniti e Russia per la questione siriana, mentre sul fronte del commerciale Donald Trump ha precisato che un eventuale rientro nel TPP, l’accordo di libero scambio tra 11 paesi nell’Oceano Pacifico abbandonato nel gennaio 2017, avverrà solo a condizioni decisamente più favorevoli rispetto a quelle previste dalle trattative precedenti.
Sul Forex il cambio l’euro/dollaro si mantiene in area 1,233, dopo l’indebolimento di ieri in scia ai verbali piuttosto “dovish” della Bce, mentre il dollaro/yen risale a 107,6.
In rally la sterlina, che sale a quota 1,426 dollari e a 0,864 nei confronti dell’euro, supportata anche dalle aspettative di rialzi dei tassi da parte della Bank of England, in contrasto con l’atteggiamento relativamente accomodante emerso dalle minute della Bce pubblicate ieri.
Tra le materie prime, l’oro si apprezza a 1.343 dollari l’oncia e il petrolio si mantiene in prossimità dei massimi di tre anni, sostenuto dalle tensioni in Siria e dalle osservazioni dell’ International Energy Agency secondo cui l’eccesso di offerta che ha penalizzato i prezzi finora è prossimo ad estinguersi. Wti e Brent sono in frazionale rialzo rispettivamente a 67,3 e 72,3 dollari al barile.
Sull’obbligazionario il rendimento del decennale italiano resta in area 1,8%, separato da un differenziale con il Bund tedesco poco mosso a 128 punti base.
A Piazza Affari sono ben intonati PIRELLI (+1,9%), PRYSMIAN (+1,7%) e i bancari BPER e INTESA a +1,2 per cento. Stessa variazione per CNH, in recupero grazie anche alle prospettive di consolidamento nel settore dei veicoli commerciali e al futuro spin-off del brand Iveco, dopo le ultime settimane condizionate dalle dimissioni del Ceo Richard Tobin e dalle tensioni ipotesi di introduzione di dazi su prodotti agricoli.
In calo AZIMUT (-3%) e ITALGAS (-1%) mentre riduce le perdite TENARIS (-0,6%), penalizzata in precedenza dai dazi anti dumping, giudicati inferiori alle attese, imposti dall’amministrazione Usa verso l’import di tubi in acciaio OTCG provenienti dalla Sud Corea.
Debole anche TELECOM ITALIA (-0,7%), dopo la presentazione dei ricorsi da parte della società stessa e di Vivendi contro l’integrazione dell’ordine del giorno per l’assemblea del 24 aprile deliberata dai sindaci su richiesta di Elliott. Poco mossa FCA (+0,35%) che ha aperto all’ipotesi di distribuire dividendi dal 2019, mentre il suo principale azionista EXOR (+0,1%) ha ribadito l’intenzione di rimanere nel capitale e supportare lo sviluppo della società automobilistica.