Resta sospesa degli scambi Conafi Prestitò, la società quotata sul mercato Mta, il cui cda ha approvato sabato scorso, 14 aprile, un dividendo straordinario che ha messo le ali al titolo, che si trova ora in asta di volatilità.
Il board della società ha infatti deciso di proporre all’assemblea straordinaria della società, che si terrà il prossimo 12 maggio, una cedola di 0,0535 euro per azione. Il titolo, a seguito della notizia, ha visto un balzo del 14,8%, raggiungendo un valore di 0,31 euro.
La proposta del board integra quanto già deliberato il 9 aprile scorso, quando era stata annunciata la distribuzione di un dividendo ordinario pari all’utile dell’esercizio 2017 per complessivi 1.976.379 euro, corrispondenti a 0,043 euro per azione.
Confermate le date di stacco della cedola e di pagamento della stessa, rispettivamente il 28 e il 30 maggio.
L’annuncio si inserisce in una delicata fase di cambiamento della società. In particolare modo l’oggetto sociale è stato modificato dall’assemblea straordinaria dei soci il 15 dicembre 2017, trasformando la società in holding di partecipazioni.
Una delibera che ha fatto nascere il diritto di recesso per i soci dissenzienti. A tale possibilità ha aderito il 10,6% del capitale sociale. A tale riguardo il board ha stabilito, nella riunione di sabato scorso, di non procedere al collocamento presso terzi delle 4.903.621 azioni oggetto di recesso non collocate nell’ambito dell’offerta in opzione e prelazione. Tali titoli verranno acquistati dalla società utilizzando riserve disponibili e ne verrà proposto all’assemblea l’annullamento.
In attesa che venga definito il nuovo piano strategico della società, il 9 aprile è stato approvato il bilancio della società che ha registrato un margine di intermediazione consolidato di 6,4 milioni del 2017, in calo dagli 8,6 milioni del 2016.
L’utile netto dell’esercizio, pari a 1,9 milioni, risulta essere positivo grazie all’apporto straordinario di utili da dismissione di attività finanziarie per 5,2 milioni. Nello specifico, il gruppo ha ceduto delle garanzie del non riscosso per riscosso a favore del principale ente finanziatore e ha migrato il portafoglio crediti erogati in nome e per conto di quest’ultimo, proprio in seguito al cambio dell’oggetto sociale.