Seduta in frazionale rialzo per il comparto IT di Piazza Affari, con il Ftse Italia Tecnologia che guadagna lo 0,6%, sovraperformando l’indice di settore continentale Euro Stoxx Tecnologia (-0,6%) e il Ftse Mib (flat).
È stata una seduta prudente per i listini europei, in attesa di sviluppi sulle questioni geopolitiche e commerciali. Il rischio di un’escalation di tensioni dopo l’attacco aereo del weekend sembra lontano e si affievoliscono gli acquisti sui beni rifugio. Sul Forex il cambio euro/dollaro risale a 1,237.
Tornando al settore IT di Piazza Affari, la big cap Stm termina a +0,9%, rimangiandosi nel corso della giornata parte dei guadagni della mattina in scia all’indebolimento del dollaro. Intanto cresce l’attesa per i risultati del primo trimestre 2018 che saranno pubblicati il prossimo 25 aprile.
La mid cap Reply archivia gli scambi a -0,1% mentre fra le small cap svetta Txt (+1,6%) che ha ricevuto comunicazione da Laserline, socio al 25,62% del capitale, dell’intenzione di proporre alla prossima Assemblea del 19 aprile, le candidatura di Enrico Magni e Valentina Cogliati per la carica di amministratori.
In calo Acotel (-3,6%), poco mossa Gamenet (-0,5%) ha annunciato il lancio di un’offerta di un prestito obbligazionario senior garantito non convertibile per un importo complessivo pari a 225 milioni, con scadenza nel 2023.
In frazionale rialzo Telecom Italia (+0,4%) mentre il fondo tedesco Shareholders Value Management ha annunciato il possesso di una partecipazione in Telecom Italia superiore all’1% e ha fatto sapere di sostenere Elliott. Intanto le registrazioni per l’assemblea del 24 aprile avrebbero già raggiunto il 68% del capitale ed il fondo americano di Paul Singer potrebbe già contare su adesioni per circa il 34-35% del capitale. JP Morgan, invece, detiene una posizione aggregata in Telecom Italia complessivamente pari al 5,932% del capitale ma priva del diritto di voto.
Sempre per quanto riguarda le tlc l’Autorità (Agcm) ha confermato le misure cautelari adottate in via d’urgenza il 21 marzo 2018 nell’ambito dell’istruttoria avviata lo scorso febbraio per accertare la sussistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza tra Tim, Vodafone, Fastweb e Wind Tre.