Chiusura in frazionale rialzo per i listini del Vecchio Continente, tra cui spicca il Ftse 100 di Londra (+1,1%), spinto dalla svalutazione della sterlina dopo i dati sull’inflazione. Variazioni più contenute per il Ftse Mib di Milano, che archivia gli scambi in rialzo dello 0,5% a 23.759 punti, il Dax di Francoforte (flat), il Cac 40 di Parigi (+0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,5%).
Anche a Wall Street gli indici americani non si discostano molto dalla parità e l’attenzione si concentra prevalentemente sulla stagione di trimestrali, con i conti di Morgan Stanley diffusi prima dell’apertura. Segnali positivi dal fronte geopolitico, con la prosecuzione dei dialoghi tra Stati Uniti e Nord Corea e l’impegno di Vladimir Putin per stemperare le tensioni tra Russia e America.
Sul Forex il cambio euro/dollaro resta in area 1,237, dopo la revisione al ribasso del dato di marzo sull’inflazione europea (1,3% da 1,4%) e in attesa del Beige Book della Fed in uscita stasera. La coppia dollaro/yen avanza a 107,3 dopo l’incontro fra Trump e il premier giapponese Shinzo Abe. In calo di circa mezzo punto percentuale la sterlina, a 1,423 dollari e 0,87 nei confronti dell’euro, dopo che l’inflazione britannica ha toccato a marzo i minimi dell’ultimo anno (2,5% annuo, 2,3% il dato core).
Tra le materie prime tornano a crescere le quotazioni del greggio, supportate dalle tensioni in Medio Oriente e dal calo oltre le attese delle scorte statunitensi evidenziato dai dati settimanali Eia. Wti e Brent scambiano in rialzo di oltre due punti percentuali rispettivamente a 68 e 72,9 dollari al barile, mentre l’oro viaggia a 1.350 dollari l’oncia.
Ulteriore calo, nel comparto del reddito fisso, per il rendimento del Btp decennale, sceso all’1,71% con uno spread di 118 punti base dal Bund, grazie anche al miglioramento delle stime del Fmi sull’economia italiana.
Fra le blue chip di Piazza Affari gli acquisti premiano soprattutto SAIPEM (+4,2%), favorita anche dal rialzo del greggio. Inoltre, nella giornata odierna, a margine dell’Investor Day di ENI (+0,7%), l’Ad di quest’ultima Claudio Descalzi ha sottolineato che la società non ha alcuna intenzione di vendere la propria quota, circa il 30%, in Saipem, per la quale vede buone prospettive di ripresa legate alla risalita delle quotazioni del petrolio sopra i 70 $/bl.
In evidenza anche FERRAGAMO (+2,2%), LEONARDO (+1,8%), MONCLER (+2,2%), TENARIS (+1,8%) e TELECOM ITALIA (+1,4%), all’indomani del cda straordinario in cui sono stati forniti i chiarimenti richiesti dalla Consob sulle ultime vicende societarie ed è stato criticato il piano di Elliott.
UBI (+1,6%) spicca tra i bancari dopo la conferma del rating da parte di Standard & Poors’, mentre in fondo al listino scivolano PIRELLI (-2,1%), penalizzata in parte dal profit warning di Continental, BREMBO (-1,8%) e CAMPARI (-2,2%).