A seguito del Cda straordinario di ieri, TIM ha diffuso una nota con i chiarimenti richiesti da Consob. Nel comunicato vengono riportate le motivazioni che hanno portato alle dimissioni dei singoli consiglieri e vengono spiegate nei dettagli le delibere della riunione del board in cui è stato conferito disgiuntamente mandato all’Ad e al Vice Presidente di agire per vie legali contro l’integrazione dell’ordine del giorno operata dal Collegio Sindacale il 27 marzo.
La Società, inoltre, ha pubblicato una presentazione per condividere con gli azionisti le proprie considerazioni sul Piano proposto il 9 aprile da Elliott, messo a confronto con il Piano Strategico approvato il 6 marzo dal Cda.
Il Management ritiene che quest’ultimo rappresenti la migliore strategia per creare un modello di crescita sostenibile e per la creazione di valore nel lungo periodo per tutti gli azionisti, con conseguente apprezzamento atteso del titolo. Il piano, la cui implementazione procede in linea con le aspettative, ha tra gli obiettivi primari il ritorno ad un rating Investment Grade, condizione per la reintroduzione di una progressiva politica di distribuzione di dividendi ordinari.
Al contrario, il piano del fondo americano propone una riduzione significativa dell’attuale perimetro della Società, attraverso il deconsolidamento della rete domestica di telefonia fissa, un’ulteriore riduzione della quota in Inwit, inclusa l’ipotesi di vendita totale della partecipazione e la vendita di una quota di controllo di Sparkle. Elliott inoltre propone una possibile aggregazione di TIM Brazil con un altro operatore locale.
Proposte già analizzate dal board e considerate premature o non realizzabili, oltre che complesse dal punto di vista normativo e finanziario, con l’eccezione di potenziali opzioni strategiche per Sparkle. Una riduzione radicale del perimetro della Società, secondo il board, non rappresenta una strategia sostenibile per TIM nel lungo periodo e non è il modo migliore di creare valore.