ll Ftse Italia Banche termina con un moderato progresso dello 0,6% e in direzione opposta all’analogo europeo (-0,3%), tenendo a galla anche il Ftse Mib (+0,2%). Quest’ultimo mantiene una posizione attendista in attesa di novità sul fronte geopolitico internazionale e su quello commerciale, nonché su quello della politica interna per la formazione del nuovo esecutivo. Il tutto anche aspettando la riunione della Bce.
Regge dunque il comparto bancario, sostenuto anche dalle attese positive di Equita sulle ormai imminenti trimestrali fissate tra l’8 e l’11 maggio grazie soprattutto alla riduzione del costo del rischio. Buone notizie anche sul fronte della Vigilanza Bce, che ha rinviato la decisione su come trattare lo stock esistente di crediti deteriorati.
Andamento nel complesso in rialzo per i titoli del listino principale, tra cui spiccano Intesa Sanpaolo (+0,9%) che beneficia ancora del recente accordo siglato con Intrum sui crediti deteriorati, e Ubi (+1%), che punta a raggiungere un npe ratio lordo di circa il 9% entro fine 2019 secondo quanto dichiarato dal Ceo Victor Massiah.
Arretra Bper (-1,8%), nonostante il rapporto fra crediti deteriorati lordi e crediti totali potrebbe diminuire sotto il 14% entro la fine del 2018 e quindi meglio delle aspettative iniziali del 15 per cento.
Nel Mid Cap Popolare di Sondrio (+2,6%) continua il suo ottimo momento, in attesa che emergano novità sul fronte della trasformazione in spa. Gli acquisti premiano ancora Credem (+2,2%), percepito tra gli istituti più solidi del panorama bancario italiano e con il mercato che resta in attesa di eventuali notizie sul fronte aggregazioni.
Su Creval (-1,1%) proseguono le prese di beneficio dopo l’ottima performance della settimana scorsa, con l’istituto che ha rafforzato la sua credibilità sul mercato dopo l’ottimo esito dell’aumento di capitale e in scia alle strategie per ridurre gli npl e i costi operativi portate avanti.
Tra le Small Cap si mette in evidenza Carige (+3,6%), sostenuta anche delle parole dell’azionista Raffaele Mincione sul fatto che l’istituto potrebbe valere il doppio o anche il triplo se accettasse di essere acquistata. Inoltre, la banca ha ricevuto talmente tante richieste per il pacchetto di unlikely to pay da 500 milioni messo in vendita che ha dovuto posticipare a fine aprile il termine per ricevere le offerte.
In calo Banca Profilo (-1,1%), con gli investitori che sono rimasti indifferenti all’acquisto della società di gestione Dynagest da parte della controllata svizzera.