Il gruppo ha chiuso i primi tre mesi dell’esercizio con ricavi in calo in linea alle attese del 2,5% a circa 27 miliardi, risentendo in particolare dell’impatto negativo dei cambi di conversione (+9% a parità di cambi).
Cresce meno delle previsioni l’Ebit adjusted, che ha segnato un +5% a 1,6 miliardi (+19% a parità di cambi), con un’incidenza sul fatturato al 6% (+50 punti base).
Il trimestre si è chiuso con un incremento dell’utile netto adjusted del 54,7% a circa 1 miliardo, grazie a una riduzione degli oneri finanziari e delle imposte sul reddito per effetto della riforma fiscale Usa.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento industriale netto, rispetto al 31 dicembre, 2017, è diminuito di oltre 1 miliardo a 1,3 miliardi.
Infine, il gruppo ha confermato i target 2018, che prevedono ricavi pari a circa 125 miliardi, un Ebit adjusted oltre 8,7 miliardi, un utile netto adjusted pari a circa 5 miliardi e liquidità netta industriale per circa 4 miliardi.
