A mercati chiusi, Eni renderà noti i risultati del primo trimestre, per cui il consensus si aspetta l’Ebitd adjusted pari a 2,2 miliardi, spinto dalla crescita della divisione E&P.
Nel frattempo, questa mattina sono stati pubblicati i risultati di due Big Oil europee, Total e Royal Dutch Shell, che confermano le sensazioni sul buon momento del settore, specialmente per l’upstream, sulla spinta della recente risalita delle quotazioni del petrolio.
La compagnia petrolifera anglo-olandese ha riportato, rispetto al pari periodo del 2017, un aumento del 67% dell’utile a 5,9 miliardi di dollari, massimo dal 2013. Il risultato è stato favorito dall’exploit dei segmenti Upstream, con utili più che triplicati, e Integrated Gas, che sono stati sostenuti nel periodo dal rialzo delle materie prime di riferimento (il prezzo del greggio è stato valutato a una media di 67 $/bl). La performance debole del business downstream è stata pertanto pienamente compensata.
La risalita dei prezzi e l’incremento dell’output spinge anche i conti trimestrali di Total che hanno evidenziato un incremento del 13% dell’utile netto adjusted a 2,88 miliardi di dollari. Anche in questo caso la performance ha beneficiato dell’ottimo andamento dell’E&P (+58%) e del business Gas, Renewables & Power (+89%), che hanno controbilanciato il calo del segmento Refining & Chemicals (-30%). Il gruppo petrolifero francese ha inoltre aggiunto che dovrebbe superare nel corso dell’anno il target di crescita della produzione fissato al 6 per cento.