Creval – Assemblea approva bilancio 2017, avviati lavori su nuova governance

L’assemblea di Creval, riunitasi oggi per la prima volta dopo l’aumento di capitale, ha approvato il bilancio 2017 e la proposta di portare a nuovo la perdite d’esercizio pari a 325,5 milioni.

Nel corso dell’assise il presidente dell’istituto valtellinese, Miro Fiordi, ha affermato che “in poco più di quattro mesi, grazie al pieno successo dell’aumento di capitale da 700 milioni, è nata una nuova Creval con indicatori di bilancio tra i migliori del sistema bancario italiano in grado di affrontare le sfide del futuro da una posizione di forza”.

Fiordi ha poi aggiunto: “Nei prossimi 3-4 mesi avremo indicatori di bilancio, sui rischi e qualità, tra i migliori del sistema bancario italiano e credo che potremmo presentarci a fine 2018 con un bilancio positivo”.

Il manager ha poi parlato del governo societario, precisando che “le riflessioni sul cambio della governance di Creval alla luce del nuovo assetto dell’azionariato post aumento di capitale, sono partite e il cantiere è stato avviato. Sui lavori da effettuare c’è un tema di continuità e di confronto con la Vigilanza”.

La precisazione sull’argomento è arrivata dopo che il rappresentante di Denis Dumont, il finanziere francese azionista della banca con una quota del 5,12%, aveva sottolineato che “L’azionariato oggi è espressione del mondo finanziario internazionale che ha logiche ben diverse da quelle portate avanti fino ad oggi dall’istituto bancario. Questo fatto storico l’inevitabile cambiamento della compagine sociale, oggi al 90% totalmente riferibile a fondi internazionali, rende questa governance non più rappresentativa del nuovo azionariato. Non vuole essere una critica ma solo un dato di fatto”.

Il rappresentante del socio transalpino ha poi proseguito affermando che “sarebbe anche utile a nostro avviso che al più presto la nuova compagine sociale possa esprimere una propria rappresentanza senza creare una discontinuità netta.

La naturale scadenza dell’attuale board, prevista ad aprile 2019, “potrebbe non essere coerente con l’accelerazione del riassetto di questo istituto e del sistema bancario nazionale” ha concluso.