Poco prima delle 16:00 i principali listini europei proseguono la seduta in frazionale rialzo, eccetto il Ftse Mib di Milano in calo dello 0,6%, mentre a Wall Street avanza leggermente il Nasdaq a +0,4% con Amazon (+5%) sugli scudi dopo i conti. Nel Vecchio continente sono ben intonati il Dax di Francoforte (+0,7%) e il Ftse 100 di Londra (+0,8%), che precedono il Cac 40 di Parigi (+0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%).
Oltreoceano gli acquisti premiano il comparto tecnologico grazie anche ai risultati solidi di Intel e Microsoft. Migliore delle attese anche il dato sul Pil del primo trimestre, che secondo la prima lettura preliminare mostra una crescita annualizzata del 2,3% a fronte del 2% previsto e del 2,9% del quarto trimestre 2017.
In mattinata sono stati diffusi i dati sul Pil del primo trimestre di Regno Unito (+0,1% mensile, +1,2% annuo) e Francia (+0,3% m/m, +2,1% a/a), entrambi in rallentamento, e quelli sulla disoccupazione tedesca, stabile al 5,3 per cento. In Francia i prezzi al consumo di aprile sono cresciuti sostanzialmente in linea con le aspettative (+1,8% il dato annuo armonizzato UE). In Italia i prezzi alla produzione di marzo hanno segnato un’accelerazione (+0,4% m/m, +2,4% a/a) mentre nell’Eurozona la fiducia dei consumatori è rimasta invariata a 0,4 punti.
Sul Forex l’euro/dollaro resta sotto quota 1,21 dopo le parole di ieri di Draghi che hanno dipinto un quadro economico europeo meno brillante rispetto agli ultimi mesi, di cui la Bce dovrà inevitabilmente tenere conto per le scelte di politica monetaria. Poco mosso invece il cambio fra biglietto verde e yen (in area 109,2) in seguito alla riunione della Bank of Japan in cui l’istituto centrale nipponico ha mantenuto inalterati i propri stimoli monetari e ha eliminato il riferimento alla tempistica in cui l’inflazione dovrebbe raggiungere il target del 2 per cento.
Tra le materie prime, timida rimonta dell’oro che si riporta a 1.322 dollari l’oncia, mentre arretrano leggermente le quotazioni del petrolio Wti e Brent rispettivamente a 67,8 e 74,5 dollari al barile.
Prosegue il calo dei rendimenti sull’obbligazionario, in scia alle delibere della Bce e alla discesa del T-Bond sotto il 3 per cento. In Italia il tasso sul Btp decennale cala a 1,73%, separato da uno spread di 116 punti base. Il tutto mentre proseguono le trattative per la formazione di un governo aspettando la revisione del rating del Belpaese da parte di S&P.
A Piazza Affari perdono terreno soprattutto FCA (-2,6%) che si rimangia i guadagni innescati ieri dai conti, UNICREDIT (-1,6%) e LEONARDO (-1,5%) mentre viaggia in controtendenza CNH (+4,2%) dopo i risultati.
Debolli ENI (-1%) e TENARIS (-0,4%) dopo i risultati del primo trimestre, in ribasso pure LUXOTTICA (-1,2%) che questa sera a mercati chiusi pubblicherà i dati sull’andamento dei ricavi.