Tenaris ha archiviato il primo trimestre 2018 con risultati in decisa crescita e oltre le attese degli analisti, mentre l’outlook per i prossimi mesi resta positivo grazie all’aumento del prezzo del petrolio e all’effetto dei dazi Usa.
Nel dettaglio, i ricavi sono cresciuti del 62% su base annua e del 17% rispetto al trimestre precedente a 1.866 milioni di dollari, rispetto agli 1.772 milioni previsti dal consensus, spinti soprattutto dal numero eccezionale di commesse per progetti nel Mediterraneo orientale e da un forte livello di vendite durante la stagione delle perforazioni in Canada.
L’Ebitda è balzato del 79% a 354 milioni, leggermente al di sopra delle attese (consensus a 344 milioni), beneficiando di un maggior assorbimento dei costi fissi, con una redditività al 19% (+180 punti base) che ha parzialmente risentito di un incremento dei costi delle materie prime e margini minori per le commesse in Medio Oriente.
Deciso miglioramento dell’Ebit, passato da 36 a 212 milioni (192 milioni il consensus), con un’incidenza sul fatturato all’11,4% (+830 punti base). L’utile netto è cresciuto del 15% a 235 milioni, contro i 158 milioni stimati dagli analisti.
Dal lato patrimoniale, la cassa netta, rispetto al 31 dicembre 2017, è diminuiti di circa 120 milioni a 557,4 milioni, per effetto di un incremento del capitale circolante e dopo capex per 92 milioni di dollari.
Per quanto riguarda l’outlook, Tenaris sottolinea che gli effetti dei dazi Usa è ancora incerto, ma la società ritiene di essere ben posizionata per beneficiare di una diminuzione dell’import. Nei prossimi trimestri, il gruppo prevede volumi più bassi rispetto ai primi tre mesi del 2018, ma ricavi e margini dovrebbero beneficiare di un aumento dei prezzi che dovrebbe compensare l’incremento dei costi delle materie prime.