Utility – Nel 2017 l’utile netto aggregato del settore balza del 39% a/a

Nello scorso esercizio i risultati economici aggregati delle 14 principali società italiane quotate del settore utility e delle rinnovabili sono migliorati rispetto al 2016 a livello di margine operativo lordo (+3,1%) e soprattutto sia di utile netto (+39%). Alla base del lieve incremento dell’Ebitda su base tendenziale il maggior contributo di Edison, dei gruppi attivi in business regolati (Italgas, Snam e Terna), di alcune ex-municipalizzate (Hera e Iren) e delle realtà attive nella produzione di energia elettrica da fonte eolica (Alerion, Erg e Falck Renewables), solo minimamente assorbito dai deboli risultati di A2A. L’incremento dell’utile netto aggregato beneficia soprattutto dell’aumento registrato da Enel e dalla riduzione della perdita netta evidenziata da Edison. Sul fronte dello stato patrimoniale, il debito finanziario netto aggregato al 31 dicembre è diminuito dell’1% rispetto al 2016 grazie soprattutto al calo del passivo finanziario di Edison, Erg e Terna.

EBITDA – Il margine operativo lordo aggregato del periodo in esame è salito dello 3,1% su base annua, a fronte di ricavi in aumento del 4,6% rispetto all’esercizio precedente. Per quanto riguarda Enel il suo Ebitda consolidato, che rappresenta il 61,4% del margine operativo lordo aggregato, è stato pari a 15,65 miliardi, in progresso del 2,5% rispetto al 2016 essenzialmente per i risultati conseguiti dagli impianti entrati in funzione grazie agli investimenti effettuati negli ultimi anni, per la politica di efficienza perseguita dai vertici del colosso elettrico italiano e per l’andamento positivo dei tassi di cambio. Escludendo Enel, il margine operativo lordo aggregato del 2017 è aumentato del 4% base annua.

In progresso, anche il margine operativo lordo consolidato dei due colossi dei business regolati. In particolare, Snam ha registrato lo scorso anno un incremento dell’Ebitda adjusted dell’1,8% a 2,02 miliardi beneficiando de maggior contributo dei settori trasporto e stoccaggio. Margine operativo lordo in crescita anche per Terna (+3,8%), principalmente per il miglior risultato delle Attività Regolate. Impennata per l’Ebitda di Italgas, balzato del 17,3%, grazie ai maggiori ricavi, ma anche ai minori costi operativi (-16,6% su base annua) principalmente per le minori prestazioni ricevute da Snam.

Con riferimento alle ex-municipalizzate, numeri in flessione a livello di Ebitda sono stati comunicati da A2A (-1,6% su base annua), Ascopiave (-11,4% su base annua) , Acsm-Agam (-7,9% su base annua) e Acea (-6,3% su base annua), mentre ha fatto meglio rispetto al 2016 Hera (+7,4% su base annua). Nel dettaglio, il calo evidenziato da A2A è attribuibile principalmente alle maggiori partite non ricorrenti contabilizzate nel 2016 (129 milioni nel 2016 e 64 milioni nel 2017) riguardanti soprattutto la Business Unit Generazione e Trading. L’ennesima positiva performance operativa di Hera (+7,4%) è il frutto delle economie di scala realizzate in questi anni e rende credibile anche la crescita prospettata nel nuovo piano al 2021.

Nel business delle rinnovabili spicca l’incremento del 16,4% su base annua registrato dal margine operativo lordo di Alerion Clean Power, riflettendo non solo l’aumento dei ricavi, ma anche la contrazione dei costi operativi, scesi del 5% grazie al programma di efficientamento dei costi di gestione.

Da ricordare poi  l’ottimo risultato annuale (+23% su base annua a 803 milioni) portato a casa da Edison a livello di margine operativo lordo, superando la guidance fissata dal management a 750 milioni.

RISULTATO NETTO – Il dato aggregato è balzato del 39% su base annua (+29,9% su base annua escludendo il contributo di Enel) grazie soprattutto alla buona performance operativa, senza però dimenticare la minore pressione fiscale che ha beneficiato del taglio dell’aliquota Ires di 3,5 punti percentuali (24% dal precedente 27,5%). A livello di singoli gruppi, Enel ha concluso l’esercizio in esame con un utile netto di 3,78 miliardi, in progresso del 47% su base annua.

Nei business regolati è da segnalare il balzo della bottom line di Italgas, più che raddoppiato a 293 milioni, grazie anche ai minori oneri finanziari netti (-78,3% su base annua). Meno sostenuto, ma comunque rilevante, l’aumento (+11,2% su base annua) dell’utile netto rettificato di Snam nel esercizio in esame.

Passando alle ex-municipalizzate, l’utile netto di Hera ha raggiunto quota 252 milioni, con un balzo del 21,3% rispetto al 2016, grazie anche a una minore incidenza dell’imposte con un tax rate scivolato al 29,6% dal precedente 35,1 cento. Ancora più sostenuto l’incremento del risultato netto di A2A, pari a 293 milioni (+26,3% su base annua). L’aumento dell’Ebit è stato solo parzialmente assorbito dal balzo degli oneri finanziari netti (+44,8% su base annua) e da una maggiore incidenza delle imposte (tax rate al 39,3% dal precedente 32,3%). Depurato da tutti gli elementi non ricorrenti, l’utile netto ordinario della principale multi-utility lombarda quotata nello scorso esercizio è stato pari a 413 milioni, in progresso del 9,5 rispetto al 2016. Esercizio debole, invece, a livello di ultima riga di conto economico per Acsm-Agam (-6,8% a 10 milioni) e per Ascopiave (-12,1% a 47 milioni).

Nelle rinnovabili, spicca la forte crescita (+32,7% su base annua) dell’utile netto rettificato di Erg che è stato pari  142 milioni.

INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO – A fine 2017 l’importo aggregato delle 14 società analizzate è diminuito dell’1% rispetto ai corrispondenti valori al 31 dicembre 2016. Un contributo più importante alla discesa del valore complessivo è arrivato da Edison (-946 milioni, pari al -89,1% su base annua), grazie al flusso di cassa positivo generato dalla gestione operativa e alla liquidità derivante dalla dismissione di cespiti.

Per quanto riguarda Enel, che pesa per oltre il 50% sull’aggregato totale, l’indebitamento finanziario netto ha evidenziato una flessione dello 0,4%, a 37,41 miliardi. Escludendo il colosso elettrico italiano l’aggregato del comparto segna un contrazione dell’1,6% a 35,9 miliardi. In riduzione anche la posizione finanziaria netta negativa di Terna (-180 milioni, pari al -2,3% su base annua), mentre – sempre nell’ambito dei business regolati – è aumentata sia quella di Snam (+494 milioni, pari al +4,5% su base annua) sia quella di Italgas (+103 milioni, pari al +2,8% su base annua). In aumento anche il passivo finanziario netto di Acea (+294 milioni, pari al +13,8% su base annua).

Degna di nota la riduzione su base annua dell’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2017, pari a 1,23 miliardi, da parte di Erg (-324 milioni, pari al -20,8% su base annua), risultando inoltre inferiore rispetto alla Guidance societaria pari 1,3 miliardi.