L’acquisizione del 51% di Cr Cento da parte di Popolare di Sondrio starebbe subendo un rallentamento.
Secondo quanto riportato dalla stampa, nel corso dell’assemblea della Fondazione Cr Cento (azionista di riferimento della cassa con il 65%), i soci si sarebbero opposti all’unanimità alla cessione.
Sulla questione Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato e direttore generale della banca valtellinese, si è così espresso: “Le trattative sono tuttora in corso ma si stanno dimostrando più complesse di quanto previsto”.
Il presidente della banca, Francesco Venosta, in merito alla vicenda ha affermato: “Siamo in trattativa e non abbiamo motivo di ritenere che la fondazione abbia modificato il desiderio per l’apprezzamento dell’operazione. Confido che prevalga la validità industriale dell’operazione, anche se poi ci saranno da stabilire i prezzi”.
L’accordo tra Popolare Sondrio e la fondazione Cr Cento, annunciato lo scorso 16 ottobre 2017, prevede l’acquisto del 51% di Cr Cento. Successivamente, indicativamente fine 2020, la banca guidata da Mario Alberto Pedranzini andrebbe ad incrementare la partecipazione nel capitale di Crc almeno al 67% e potenzialmente fino al 100 per cento.
Il pagamento per rilevare il 51% avverrà per la quota preponderante tramite scambio di azioni (secondo i rumor la fondazione potrebbe entrare nel capitale dell’istituto con una quota del 5%), mentre la parte residuale verrà corrisposta cash.
Proprio per far fronte al pagamento cash, lo scorso sabato l’assemblea aveva attribuito al cda la delega ad aumentare il capitale sociale a pagamento per un ammontare massimo di 40 milioni, comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo. Il tutto tramite l’emissione di azioni ordinarie da liberare mediante conferimento in natura di partecipazioni in banche, con esclusione del diritto di opzione.
Si segnala, infine, che il presidente Venosta, ha parlato anche della trasformazione in spa, precisando che “Noi ci adegueremo alle prescrizioni ma dobbiamo ancora aspettare la pronuncia del Consiglio di Stato”.
Il manager è intervenuto anche sul risiko che coinvolgerà nel prossimo futuro il settore bancario e che potrebbe coinvolgere la banca lombarda dopo la trasformazione in spa, evidenziando che “Il tema di aggregazione tra le banche è all’ordine del giorno, quello che succederà a noi è difficile dirlo ora. La nostra banca prosegue in un percorso di autonomia, ma il futuro non dipende solo da me”.
A mezz’ora dall’inizio delle contrattazioni a Piazza Affari il titolo segna un rialzo dello 0,7% a 3,95 euro, mentre il Ftse Italia Banche cede lo 0,1 per cento.