Apple ha chiuso il secondo trimestre fiscale con utili e ricavi sopra le attese, superando i timori degli investitori di frenate nei conti a causa di difficoltà o saturazione del mercato nel suo prodotto di punta, l’iPhone, che tuttora genera gran parte delle vendite e della redditività.
Le vendite del melafonino sono salite del 2,9% su base annua, ma ferme a quota 52,2 milioni di dollari contro 53 milioni attesi al top della forchetta. I ricavi complessivi, pari a 61,1 miliardi di dollari, sono aumentati del 16% rispetto al pari periodo dell’esercizio precedente, surclassando i 60,8 miliardi attesi.
L’azienda di Cupertino ha registrato nel secondo trimestre fiscale un utile per azione pari a 2,73 dollari contro 2,67 attesi in media dagli analisti. L’utile è ammontato a 13,8 miliardi di dollari, nel complesso, in rialzo del 25,3% su base annua.
Una performance trainata dalla continua tenuta dei suoi smartphone e dal rapido sviluppo di una nuova fonte di ricavi e guadagni nei servizi in abbonamento.
La società ha inoltre annunciato un nuovo programma di riacquisto di azioni proprie da 100 miliardi di dollari e ha aumentato il dividendo del 16 per cento.
L’amministratore delegato, Tim Cook, durante la conference call sui conti, ha tenuto a sottolineare come la riforma fiscale voluta dal presidente Donald Trump abbia contribuito al risultato. Cook ha inoltre indicato come l’iPhoneX, quello del decennale, sia stato il più venduto tra gli smartphone della casa.
“Siamo ora a metà strada nell’anno fiscale 2018 con quasi 150 miliardi di dollari in ricavi e una crescita a due cifre in tutti i segmenti geografici – ha osservato ancora Cook – abbiamo generato quasi 34 miliardi di dollari di profitti in tre mesi e siamo ottimisti sul futuro di Apple”.
Anche la “guidance” per il trimestre in corso è stata all’insegna dell’ottimismo: ricavi compresi tra i 51,5 miliardi e i 53,5 miliardi di dollari rispetto ai 51,6 miliardi anticipati dagli analisti.