Le Borse del Vecchio Continente si avviano verso una chiusura lievemente negativa, in linea con il resto della seduta europea e con l’avvio debole di Wall Street. Poco dopo le 16:00 il Ftse Mib di Milano cede lo 0,5%, debole come il Dax di Francoforte (-0,5%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Cac 40 di Parigi (-0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%). Oltreoceano gli indici americani perdono circa mezzo punto percentuale, mentre l’attenzione si sposta sull’incontro di due giorni fra i rappresentanti di Stati Uniti e Cina, incentrato sul tema del commercio.
Particolarmente ricca l’agenda macroeconomica, in cui spicca l’inattesa flessione dell’inflazione dell’Eurozona ad aprile (da 1,3 a 1,2%, 0,7% il dato core). Per quanto riguarda l’Italia, la Commissione Europea ha confermato le stime di crescita per il 2018 (+1,5%) e il 2019 (+1,2%), pur sottolineando un aumento dei rischi al ribasso per l’outlook economico.
Negli Stati Uniti invece sono stati diffusi diversi dati tra cui le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione (inferiori alle attese), gli indici Pmi servizi e composito (in aumento rispetto a marzo e alla rilevazione preliminare) e l’indice Ism non manifatturiero di aprile (in lieve rallentamento), oltre agli ordini di beni durevoli di marzo (+2,6% in linea con la stima flash).
Sul Forex il cambio euro/dollaro scambia in area 1,198, mentre il dollaro/yen è in flessione a 119,3. Il tutto all’indomani della riunione della Fed, che ha lasciato i tassi invariati e dalla quale è emerso pieno accordo per una politica monetaria accomodante. L’istituto ha sottolineato che l’inflazione è vicina al target del 2% e che la crescita economica prosegue ad un tasso moderato. Indicazioni che nel complesso lasciano pensare al proseguimento di un graduale rialzo dei tassi, con il prossimo intervento previsto probabilmente a giugno.
Tra le materie prime, l’oro recupera lievemente terreno riportandosi in area 1.312 dollari l’oncia, mentre scambiano poco mosse le quotazioni del petrolio con il Brent a 72,8 dollari e il Wti a 67,5 dollari, dopo l’incremento delle scorte Usa mostrato ieri dai dati Eia.
Sull’obbligazionario, infine, il rendimento del decennale italiano cala leggermente, in linea con gli altri governativi europei, portandosi all’1,75%, separato da un differenziale con il Bund tedesco in area 120 punti base.
Tornando a Piazza Affari, spicca il ribasso di MONCLER (-3,5%) penalizzata anche dal downgrade da ‘buy’ a ‘hold’ da parte di Jefferies, in attesa dei dati di domani sul fatturato del primo trimestre.
Sottotono i bancari e FCA (-1,8%) che ad aprile ha registrato un calo delle immatricolazioni in Italia (-2,1% contro il +6,5% del mercato).
Debole anche FERRARI (-0,8%), in recupero dai minimi intraday dopo la pubblicazione della trimestrale.
Sostanzialmente invariate TELECOM ITALIA, alla vigilia dell’assemblea in cui Vivendi e il fondo Elliott battaglieranno per il rinnovo del Cda, ed ENEL dopo il rinvio, da parte dell’Autorità di Borsa brasiliana, della gara per l’acquisto di Eletropaulo. L’appuntamento è slittato dal 18 maggio al 4 giugno e le nuove offerte potranno essere presentate entro il 14 maggio.
Acquisti su TENARIS (+1,2%) e TERNA (+0,6%), torna in positivo STM (+0,3%) dopo il balzo della vigilia in scia ai conti di Apple.