Prima parte di seduta con Wall Street concentrata sui risultati di Apple con performance che non si discostano molto dalle chiusure della giornata precedente.
Nella mezz’ora successiva al comunicato della riunione della Banca Centrale i listini allungano raggiungendo i massimi della giornata.
Tuttavia, nell’ultima ora di contrattazioni, gli indici perdono in media un punto percentuale delusi dalle dichiarazioni dell’autorità monetaria che ha evidenziato uno scenario di leggera inflazione ma in un contesto di crescita modesta.
Come da previsione, la Banca Centrale ha lasciato i tassi invariati ma il mercato teme altri tre rialzi ancora quest’anno, anziché due.
Il bilancio finale vede il Dow Jones e lo S&P500 in ribasso dello 0,7% e il Nasdaq dello 0,4%. In rialzo il Russell 2000 (+0,3%) ed il VIX del tre per cento a quota 16 punti.
Dieci degli undici settori dello S&P500 hanno chiuso in rosso con i consumi durevoli (-1,9%), la telefonia (-1,8%) ed il sanitario (-1,4%) tra i peggiori. In calo anche la tecnologia (-0,1%), malgrado la performance brillante di Apple (+4,4%).
In after hours, calo di Tesla (-4,5%), Spotify (-7%) e Fibit (-5,5%), in scia alla pubblicazione delle rispettive trimestrali.
Scendono di un punto base i rendimenti obbligazionari sia sulla scadenza biennale (2,49%) che su quella decennale (2,96%).
Dollaro ancora protagonista che scatta fino a 1,194 dopo il meeting della Fed, ma poi termina a 1,198.
Petrolio in risalita dello 0,9% a 67,9 dollari al barile, malgrado le scorte di greggio settimanali domestiche siano state più elevate delle attese.