Borse europee in miglioramento, agevolate anche dal parziale recupero di Wall Street che azzera i lievi ribassi dell’apertura, penalizzata dai dati di aprile sul mercato del lavoro americano. Poco dopo le 16:00 il Ftse Mib di Milano guadagna lo 0,8%, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (+0,6%) e il Ftse 100 di Londra (+0,7%) mentre restano più arretrati l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%) e il Cac 40 di Parigi (+0,1%).
Oltreoceano gli indici americani scambiano in lieve territorio negativo, dopo il job report che da una parte ha evidenziato il minor tasso di disoccupazione degli ultimi 18 anni (3,9%) ma dall’altro mostra un incremento inferiore alle attese dei non farm payrolls (164 mila) e una crescita mensile dei salari medi orari sotto le aspettative (+0,1%). Dati che nel complesso non dovrebbero modificare il graduale percorso di rialzo dei tassi da parte della Fed.
Per quanto riguarda le tematiche commerciali, invece, l’incontro di due giorni fra i rappresentanti di Stati Uniti e Cina si è concluso con le due parti ancora piuttosto distanti. Su alcuni temi è stato raggiunto un accordo di massima ma saranno necessarie ulteriori trattative per dirimere le numerose questioni irrisolte.
In mattinata il calendario macroeconomico ha visto la pubblicazione degli indici Pmi finali europei di aprile, che continuano a segnalare una crescita solida ma più debole rispetto alla fine dell’anno scorso. A ciò si aggiunge l’aumento modesto delle vendite al dettaglio dell’Eurozona, ferme nel mese di marzo a +0,1% contro il +0,5% atteso. Numeri che, alla luce anche del rallentamento dell’inflazione emerso ieri, sembrano confermare l’atteggiamento prudente della Bce in termini di politica monetaria.
Sul Forex il dollaro si rafforza ulteriormente nei confronti dell’euro, con il relativo tasso di cambio in calo a 1,193 mentre il dollaro/yen resta sostanzialmente stabile in area 109,1.
Tra le materie prime, l’oro si mantiene poco distante dai 1.310 dollari l’oncia; ben intonate le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 68,7 e 73,8 dollari al barile, mentre crescono le aspettative su un’uscita degli Stati Uniti dall’accordo nucleare con l’Iran, con possibili conseguenze sulle esportazioni del terzo produttore Opec.
Nel comparto obbligazionario, invece, il rendimento del decennale italiano risale all’1,77%, separato da un differenziale con il Bund tedesco in aumento a 123 punti base.
A Piazza Affari prosegue la corsa di FERRARI (+7%) che tocca un nuovo record storico oltre 114 euro all’indomani della pubblicazione dei risultati del primo trimestre 2018, migliori del consensus in termini di margini e utile netto. Acquisti anche su EXOR (+2,8%) e FCA (+2,7%), trainate dal Cavallino.
Inverte la rotta TELECOM ITALIA (+1,6%) dopo la vittoria della lista presentata da Elliott nell’assemblea per il rinnovo del Cda. Il fondo americano si è aggiudicato così 10 amministratori su 15, mentre i rimanenti 5 sono stati scelti da Vivendi. In evidenza anche MEDIASET (+3,7%), che di fatto con la sconfitta dei francesi sul fronte Tim torna contendibile.
Deboli MONCLER (-0,5%), in attesa della diffusione dei dati contabili, GENERALI (-0,7%), dopo i risultati al 31 marzo, e LEONARDO (-0,8%).