Mattinata poco mossa per le Borse del Vecchio Continente, orfane di Londra chiusa per festività. Dopo una partenza il flat il Ftse Mib accelera leggermente e intorno a mezzogiorno guadagna lo 0,25% portandosi in area 24.400 punti e arrotondando i massimi dal 2009 toccati settimana scorsa. Positivi anche il Dax di Francoforte (+0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%) mentre il Cac 40 di Parigi è pressoché invariato. In frazionale rialzo i futures sui principali indici di Wall Street a tre ore e mezza dalla campanella.
Il focus degli investitori si divide tra le questioni geopolitiche e la stagione di trimestrali, senza tralasciare gli spunti dal calendario macroeconomico.
Nell’agenda odierna spicca l’inattesa frenata degli ordini industriali tedeschi di marzo (-0,9%), mentre in Italia si registra un calo considerevole del Pmi vendite al dettaglio di aprile, da 48 a 42,7 punti. Il tutto in attesa dei dati cinesi di domani sul commercio e, soprattutto, dei numeri sull’inflazione statunitense di aprile, in uscita giovedì.
Intanto i mercati attendono la decisione di Donald Trump, prevista entro il 12 maggio, in merito all’accordo nucleare con l’Iran. Il probabile ritiro degli Stati Uniti dall’intesa porterebbe nuove sanzioni a Teheran, riducendo le esportazioni di greggio del terzo Paese produttore Opec e diminuendo le scorte globali.
Dinamica che ha portato le quotazioni del Wti sui massimi da novembre 2014 oltre 70 dollari al barile. Il Brent si attesta a 75,5 dollari mentre tra i metalli preziosi l’oro è poco mosso a 1.313 dollari l’oncia.
Sul Forex il dollaro resta ben intonato nei confronti delle altre valute, nonostante il job report poco inflattivo di venerdì scorso e in attesa dei dati di questa settimana. Il cambio con l’euro scende a 1,193 mentre quello con lo yen si riporta a 109,3.
Movimenti contenuti nel comparto obbligazionario, con il Btp fermo all’1,78% e lo spread poco sopra 124 punti base nel giorno dell’ultimo giro di consultazioni da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per individuare una maggioranza di governo
A Piazza Affari prosegue la corsa di FERRARI (+2,4%) che aggiorna ancora a 117,4 il massimo storico intraday in scia ai conti della scorsa settimana. In spolvero anche STM (+2,6%) e TELECOM ITALIA (+1,7%), dopo l’assemblea di venerdì che ha assegnato due terzi del board al fondo americano Elliott. Oggi il Cda si riunisce per nominare il presidente, che dovrebbe essere Fulvio Conti, e confermare Amos Genish nel ruolo di amministratore delegato.
Torna sulla parità MONCLER sulla quale i giudizi degli analisti si dividono dopo i conti di venerdì. Poco mosse anche SAIPEM (+0,2%), su cui Moody’s ha confermato i rating e l’outlook stabile e POSTE ITALIANE (-0,1%), dopo che Fitch ha mantenuto i rating di lungo e di breve termine rispettivamente a ‘BBB’ e ‘F2’, con outlook stabile.
Prudenti anche ITALGAS e FERRAGAMO in attesa delle trimestrali in programma oggi. Domani invece si riuniranno i Cda di INTESA, BPER, FINECO, BREMBO, CAMPARI, LEONARDO, SNAM e RECORDATI.
Debole ENEL (-0,5%), mentre a tre settimane dall’avvio dell’asta per Eletropaulo, fissata per il prossimo 4 giugno, il gruppo elettrico brasiliano Energisa ha deciso di ritirarsi dalla gara, lasciando la stessa società italiana e Iberdrola come uniche contendenti.