Nei primi tre mesi dell’anno Intesa Sanpaolo ha realizzato un utile derivante dall’attività caratteristica pari a un terzo di quello dell’intero 2017. Se a questa cifra si aggiungono i 400 milioni della plusvalenza derivante dalla cessione della piattaforma di servicing a Intrum si arriva a quota 1,65 miliardi, il 43% di quanto realizzato nei dodici mesi alle spalle.
Questo basta per dare a Carlo Messina, l’Ad della banca milanese, la fiducia di superare nel 2018 il risultato netto dello scorso anno, escludendo il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall’acquisizione dell’insieme aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
L’utile netto 2017, escludendo l’apporto delle venete, è stato pari a 3,8 miliardi.
La banca sottolinea in una nota come “all’andamento atteso del risultato netto è previsto concorrano un aumento dei ricavi, un continuo cost management e un calo del costo del rischio”.
La politica di dividendi, per l’esercizio 2018, prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un pay-out ratio pari all’85% del risultato netto. Per battere i dividendi relativi al bilancio 2017, pari a 3,4 miliardi, Intesa Sanpaolo dovrà realizzare un utile superiore ai 4 miliardi.
Intanto a Piazza Affari i titoli dell’istituto hanno reagito positivamente alla notizia anche se rimangono in terreno negativo, in una seduta piuttosto pesante per le banche per l’incertezza politica che ha portato a un nuovo allargamento dello spread. Poco dopo le ore 14:00 i titoli di Ca’ de Sass perdono lo 0,8% a 3,13 euro, contro una flessione dell’indice Ftse Italia banche di oltre il 2 per cento.
Di seguito riportiamo il grafico della seduta di oggi di Intesa Sanpaolo.