Il Ftse Mib archivia le contrattazioni in rialzo dello 0,5% a 24.266 punti, in una giornata lievemente positiva per l’azionario europeo. Chiudono sopra la parità anche il Dax di Francoforte (+0,2%), il Cac 40 di Parigi (+0,2%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,5%) e il Ftse 100 di Londra, che avanza dell’1,3 per cento.
Lievemente positiva pure Wall Street, dopo la decisione di Trump di abbandonare l’accordo sul nucleare iraniano e la reintroduzione di sanzioni ai danni di Teheran che andranno a limitarne le esportazioni di petrolio.
Dinamica che sostiene le quotazioni del greggio, con Wti e Brent in rialzo di circa il 3% rispettivamente in area 71 e 77 dollari al barile, in prossimità dei massimi dal 2014. Un movimento amplificato anche dal calo delle scorte emerso dai dati settimanali dell’Eia. Oro poco mosso rispetto alla vigilia a 1.314 dollari l’oncia.
Sul Forex l’euro risale nei confronti della valuta americana, riportandosi a 1,186 dollari dopo i dati sui prezzi alla produzione statunitense lievemente al di sotto delle attese. In calo lo yen, che scende a 109,7 rispetto al biglietto verde e a 130,1 nei confronti dell’euro.
Sull’obbligazionario, il Treasury statunitense torna al 3% mentre in Europa il rendimento del Btp decennale inverte la rotta e risale all’1,88%, condizionato dall’incertezza politica del Belpaese, ampliando lo spread con il Bund a 132 punti base. Gli ultimi aggiornamenti parlano di una proroga di 24 ore concessa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla Lega e al Movimento 5 Stelle per ricercare un accordo di fiducia sul possibile esecutivo.
A Piazza Affari spicca BPER (+8,3%), dopo i risultati trimestrali migliori delle attese e l’annuncio di una strategia più aggressiva sugli npl.
Acquisti sui petroliferi SAIPEM (+5,9%), ENI (+2,8%) e TENARIS (+1,6%) in scia al rialzo del greggio. Bene anche LEONARDO (+3%) all’indomani della diffusione dei conti, e i bancari UBI (+3,5%), BANCO BPM (+2,9%) e UNICREDIT (+1,2%), le ultime due in attesa dei risultati.
In calo invece FCA (-2%) e PIRELLI (-2,3%). Deboli anche SNAM (-1,6%) e TELECOM ITALIA (-1,5%), nonostante i buoni risultati della controllata brasiliana e dopo la sanzione di 74,3 milioni dal Governo per violazione degli obblighi di notifica in materia di Golden Power.