ll Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un lieve calo dello 0,2% e allineato all’omologo europeo (-0,4%), risentendo solo in minima parte delle vendite sul comparto bancario (-2,1%) e tenendo meglio del Ftse Mib (-1,6%). Quest’ultimo è stato penalizzato della dall’impasse legata alla formazione del nuovo governo, con l’eventualità di un ritorno al voto prima dell’autunno sempre più vicino, vista la difficoltà di trovare un’intesa tra per un governo neutrale in carica fino a fine anno, come proposto dal capo dello Stato, Sergio Mattarella.
La giornata negativa del comparto bancario si ripercuote sui titolo dell’asset management con ribassi compresi tra l’1% e il 3,5 per cento. Si segnala che comunque Fineco ha registrato una solida trimestrale e dei buoni dati sulla raccolta netta di aprile.
Contiene le perdite Poste Italiane (-0,5%), grazie anche all’aumento del target price da parte di Mediobanca da 8 euro a 9 euro con la conferma del ‘buy’. Oggi si terrà il cda si per l’approvazione dei conti relativi al primo trimestre.
Tiene Exor (+0,4%), che ha beneficiato dell’upgrade da ‘neutral’ ad ‘add’ da parte di Banca Imi con target price innalzato da 56 euro a 70,8 euro.
Nel Mid Cap torna a salire Banca Farmafactoring (+0,6%), il cui board si riunirà oggi per approvare i dati contabili dei primi tre mesi.
Buon rialzo per doBank (+0,6%), supportata anche dal possibile ottenimento dell’incarico di servicing per la gestione di un pacchetto da 2 miliardi di Npl in seno alle quattro maggiori banche greche.
Tra le Small Cap si interrompe il trend positivo degli ultimi giorni di DeA Capital (-0,8%), in attesa dei conti del primo trimestre che saranno divulgati giovedì.
Pesante rosso per Banca Intermobiliare (-3%), dopo che il nuovo azionista di controllo, il fondo inglese Attestor, ha depositato il documento relativo all’Opa totalitaria.